Curato dall'Ufficio comunicazione e marketing, il periodico è dedicato a Lugano e riporta le prospettive di chi la vive

Il tema di questo primo numero della rivista è l’invisibile, in particolare certi luoghi che possono superficialmente apparire fermi, anonimi, irrilevanti. Un po’ come quelli narrati nel romanzo ‘Le notti bianchi’ di Dostoevskij, dei “cantucci” apparentemente insignificanti alle persone: “Ci sono a Pietroburgo certi angoletti piuttosto strani. In quegli angoletti pare che non si affacci il medesimo sole che illumina tutti gli altri abitanti di Pietroburgo ma che in essi getti lo sguardo un sole nuovo, diverso, come fatto appositamente per quei cantucci, un sole che illumina tutto di una luce particolare (...) Sentirete che in quegli angoletti vivono delle strane persone: i sognatori”. Questi angoli sono i protagonisti di questa prima edizione, dieci luoghi raccontati dalle prime voci di ‘lu’. La rivista è pensata per chi desidera scoprire la città oltre la superficie: cento pagine che invitano a osservare luoghi dimenticati, ma anche riflessioni che spaziano dalla notte cittadina al sottosuolo, dai pensieri di un robot al dialogo silenzioso tra un albero e un poeta, per raccontare la città dall’interno.
«Prima di tutto questa rivista è da intendere come un omaggio ai luoghi, alle persone, ai punti di vista, forse meno visibili di altri, ma non per questo meno importanti» spiega il responsabile Jan Trautmann e conclude: «L’abbiamo pensata come una rivista irregolare perché non ha una cadenza fissa, non c’è una data stabilita per la prossima edizione, quando avremo raccolto le prossime cento storie usciremo. La rivista è gratuita, ne stampiamo per ora 5’000 copie». Un nome che appare un po’ insolito, sia per l’iniziale minuscola, sia per la sua brevità, ma ha una storia che ci spiega Magda Mandelli, realizzatrice insieme a Eleonora Bourgoin del progetto editoriale: «Quasi subito io ed Eleonora ce la siamo immaginata come una giovane donna. Abbiamo capito che approccio volevamo, e fin da subito l’abbiamo immaginata mentre osserva Lugano e a lu non interessa la città da cartolina, bensì i dettagli. Ne deriva un approccio umano che definisce questa nuova voce: ‘lu’ potrebbe essere il diminutivo di una persona, un’amica, una voce sussurrata, ecco perché in minuscolo. È interessante capovolgere il punto di vista e chiedere a qualcuno che viene da fuori di raccontare la sua Lugano, in questo caso abbiamo chiesto per questo primo numero ad Alan Friedman, giornalista americano, di narrarcela», spiega Magda Mandelli.
«Valorizzare anche un supporto come quello cartaceo, che invita a rallentare, ad approfondire e porta con sé la sua presenza in città. Alcuni contenuti multimediali, se portati su carta, hanno una nuova vita» spiega Jan Trautmann. Curata dall’Ufficio comunicazione e marketing, ‘lu’ nasce dal digitale – in particolare dall’esperienza di @luganomycity – dove una redazione raccoglie la “farina” dei contenuti multimediali che, rielaborati, diventano gli ingredienti con cui è stata “cucinata” la rivista, come spiega in una metafora Eleonora Bourgoin. Il sindaco Michele Foletti anticipa già alcune risposte a eventuali domande che potrebbero essere poste la settimana prossima in Consiglio comunale, quando sarà votato il Preventivo 2026: «Per fare questa rivista, stamparla e distribuirla non abbiamo speso un franco di più rispetto a quello che spendevamo fino all’anno scorso. La riorganizzazione dell’Ufficio comunicazione ha permesso di creare delle belle sinergie, costruire la pubblicazione in un altro modo, riuscendo a ritagliarsi uno spazio anche finanziario».
A firmare testi e immagini sono, tra gli altri, Fabio Pusterla, Klaudia Reynicke, Luca Gambardella, Eberhard Troeger e Alan Friedman, con un ampio apparato fotografico e una copertina realizzata da Nicolas Polli. Per aprirsi a chi vive la città in altre lingue, molti contenuti sono tradotti in inglese. Le prime copie della pubblicazione (LaBuonaStampa) sono disponibili a Palazzo Civico, al Foce, al Lac, nei Puntocittà, ma anche in bar, locali e negozi.