Luganese

Lugano, Schönenberger? ‘Un incidente di percorso’

Cristina Zanini Barzaghi replica alle critiche: ’Il nostro obiettivo è di agire a favore delle persone più sfavorite, del ceto medio e dell’ambiente’

18 maggio 2022
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Più come un pugno nello stomaco, che un’occasione per riflettere sul futuro dell’alleanza rosso-verde. Ha decisamente suscitato discussioni l’intervista rilasciata alla Regione da Nicola Schönenberger. Le sue critiche nei confronti dell’esecutivo cittadino e in particolare della municipale socialista Cristina Zanini Barzaghi non sono passate inosservate nemmeno a livello cantonale. L’esponente ambientalista, dopo la sua ultima partecipazione all’assemblea dei Verdi di Lugano, già proiettato verso la direzione del Giardino botanico di Ginevra, quale suo ultimo atto politico ha rimproverato a Zanini Barzaghi la mancanza di coraggio e l‘incapacità di opporsi con decisione all’andazzo maggioritario imposto dalla destra. A qualche giorno dalla pubblicazione della pagina e delle successive reazioni, per quello che lei considera come un «attacco esagerato», la diretta interessata replica, ricordando le sue recente dichiarazioni (cfr. ’laRegione’ del 12 aprile) e mettendo i puntini sulle i.

Come ha reagito alle critiche pesanti mosse nei suoi confronti dall’ex collega di lista unica Ps-Verdi Nicola Schönenberger?

Con sorpresa, anche per il tono delle dichiarazioni. Sono stata con lui due volte in lista assieme. Negli ultimi anni abbiamo organizzato regolarmente degli incontri fra le sezioni rosso-verdi di Lugano per definire le strategie da adottare e le discussioni sono sempre state pacate e costruttive.

Dopo le dure parole dell’ex co-coordinatore dei Verdi, capogruppo in Gran Consiglio e in Consiglio comunale, l’alleanza tra socialisti e Verdi a Lugano è a rischio?

Non penso. Costruire delle alleanze è un lavoro lungo nel quale sono coinvolte molte persone. Direi che si tratta di un incidente di percorso che spero non avrà ripercussioni. Nonostante la tendenza a personalizzare, la politica è un grande lavoro di squadra, dove si discute e ci si confronta per il bene del paese. Non bisogna perdere di vista il nostro obiettivo: agire in modo incisivo a favore delle persone più sfavorite, del ceto medio e dell’ambiente.

Cosa pensa delle avances fatte venerdì scorso dall’Mps ai Verdi? È ancora praticabile l’idea di unire tutte istanze della sinistra in una forza unica? Se lo fosse, ci sarebbero più possibilità di ottenere consensi?

Nel sistema consociativo della politica svizzera, facendo solo opposizione difficilmente si avanza e si ottengono risultati. Sin dagli albori dei movimenti socialisti esiste una divisione di pensiero e d’azione fra "rivoluzionari" e "riformisti", mentre i partiti di centro e di destra riescono a fare convivere al proprio interno diverse correnti. Di conseguenza, diamo un’immagine confusa e poco rassicurante nei confronti dell’elettorato. Se vogliamo mettere al centro nella nostra azione politica la solidarietà, non possiamo agire separatamente. Con una maggiore unità d’area, potremmo essere molto più forti, come nelle altre grandi città svizzere, le quali mostrano che, se ben concertata, è possibile fare una politica di sinistra con grandi benefici per la società e l’ambiente.

Si è sentita offesa, quando ha letto i rimproveri legati al suo non essere all’altezza del ruolo di municipale, seppur di minoranza? Come risponde alla critica legata alla sua presunta mancanza di coraggio, all’incapacità maggioranza di destra e all’accusa di non rappresentare la sinistra?

Gli attacchi in politica ci stanno. Ma in questo caso li ho trovati un po’ esagerati. Nicola non è al corrente di come si svolgono le sedute municipali, che sono confidenziali, e il Municipio è un organo collegiale che decide a maggioranza. Pubblicamente mi sono dissociata solo su oggetti molto controversi, come l’aeroporto e l’ex macello. In alcuni casi ho però contribuito a delle decisioni auspicate dal fronte rosso-verde come ad esempio il prolungamento del tram fino al Campo Marzio o l’introduzione di più ciclopiste e dei 30 km/orari sul lungolago. Anche il piano direttore comunale è stato un dossier dove ho potuto dire parecchio, tanto che uno dei concetti chiave sarà proprio incentrato sull’ambiente e il contenimento delle nuove costruzioni. Inoltre, collaboro con i nostri gruppi in Consiglio comunale per discutere di tutti temi e concertare atti parlamentari.

Queste critiche si possono interpretare anche come il riflesso di due elezioni non riuscite in Municipio da parte del suo ex collega di lista?

Questa è una domanda che dovrebbe rivolgere al diretto interessato. Posso solo dire che alle scorse elezioni abbiamo perso l’occasione di raddoppiare e i numeri lo dimostrano. Se tutti i voti dell’area fossero confluiti sulla nostra lista congiunta per il Municipio e non sulle schede senza intestazione e sulle liste minori, avremmo ora due rappresentanti rosso-verdi in Municipio. Mi avrebbe fatto molto piacere poter lavorare con Nicola nell’esecutivo.

Come replica all’accusa di debolezza strategica per la posizione del Ps favorevole al Polo sportivo e degli eventi contro i principi socialisti?

Ogni grande progetto è complesso e difficile da affrontare, non solo per ragioni economiche. La maggioranza del Ps ha ritenuto che lo sport è popolare e merita infrastrutture moderne. Inoltre la zona di Cornaredo deve essere riqualificata. Nessuno a suo tempo ha contestato un progetto paragonabile come il Lac. Con il gruppo socialista abbiamo però evidenziato alcune criticità del dossier Pse e sono stati accettati dal Consiglio comunale sette punti correttivi, a favore della creazione di posti di lavoro indigeni, di più garanzie ambientali e di creazione di alloggi accessibili. Rammento che a opporsi al Pse non era solo una parte della sinistra ma anche illustri esponenti della destra liberale luganese.

Cosa ci può dire rispetto invece agli appunti sollevati dall’ex capogruppo dei Verdi sulla difficoltà, comune a tutti i partiti, nell’individuare giovani capaci e motivati a impegnarsi nella politica?

In realtà non sono i giovani a mancare, ma le generazioni di mezzo come la mia, figli del benessere del dopoguerra. Lo sciopero del clima e i nuovi movimenti femministi hanno riportato in campo i più giovani. Hanno una notevole carica idealista ed entusiasmo che va accompagnato, permettendo loro di fare anche degli sbagli. Se favoriamo il passaggio del sapere fra generazioni, possiamo sicuramente crescere come area politica. Mi sono messa a disposizione per i corsi di formazione politica introdotti recentemente dal Partito socialista e saluto con piacere iniziative legate alla conoscenza della storia del socialismo. È importante per i giovani conoscere come sono avvenute le grandi conquiste sociali del passato (il voto alle donne, l’Avs, la cassa malattia) per poter affrontare quelle del futuro, altrettanto importanti e sempre più legate all’emergenza ambientale e alla ridistribuzione della ricchezza.

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