Luganese

Xenia Peran torna in aula. E chiede di annullare il processo

L'avvocatessa, impugnata la sentenza di primo grado, ora si difende in Corte d'appello a Locarno. Momenti di tensione

(foto Ti-Press)
27 novembre 2018
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Momenti di tensione e pesanti accuse verbalizzate. È iniziato stamattina alla Corte d’appello e revisione penale di Locarno il processo a carico dell’avvocatessa luganese Xenia Peran. La donna è stata condannata in contumacia due anni fa alle Assise criminali di Lugano per diversi reati fra cui appropriazione indebita e diffamazione. La Corte presieduta da Marco Villa le inflisse due anni sospesi condizionalmente.

Sentenza impugnata dall’imputata, che fin dall’inizio sostiene - e ha ribadito oggi in aula - di non riuscire a trovare un difensore di fiducia in Ticino. Svariati gli avvocati cambiati nel tempo per un procedimento iniziato diversi anni fa. Peran segnalò alle autorità un paio di suoi clienti per presunto riciclaggio. Uomini alle prese con il fisco italiano e che le avevano affidato il proprio denaro. Fra questi, Corrado Ferlaino: storico presidente del Napoli calcio noto alle cronache per aver comprato Maradona.
I suoi ex clienti l’hanno però accusata di essersi intascata quasi mezzo milione di franchi, anche tramite una società panamense di cui Peran era amministratrice unica. Pur essendo caduta una parte dei capi d’accusa (e delle somme di denaro coinvolte), l’imputata si è opposta alla sentenza.

Il procedimento odierno è iniziato con alcune questioni pregiudiziali, in particolar modo riguardo alla presenza degli avvocati degli accusatori privati. Ingiustificata secondo Peran e il suo difensore - Edy Meli -, in quanto non sarebbero stati citati. Legittima, secondo i rappresentanti Mario Postizzi e Massimo Bionda, in quanto già accettata in primo grado. Acceso lo scontro tra le parti: l’avvocatessa ha più volte accusato il procuratore pubblico Paolo Bordoli e i legali dell’accusa di essere d’accordo fra loro per incastrarla. La presidente della Corte Francesca Verda Chiocchetti ha tuttavia ritenuto legittima la presenza in aula dei legali degli accusatori privati, in quanto la citazione formale non sarebbe necessaria nel caso specifico.

Dopo una pausa, è ripreso il processo con un’istanza di nullità del processo in primo grado invocata dall’imputata. Peran sostiene ci siano state irregolarità nel procedimento condotto in sua assenza. “Mi sono presentata il terzo giorno, quando era ancora calendarizzato (sebbene fosse stata già emessa la sentenza, ndr) - ricorda -, mancano una serie di documenti inoltre negli atti”. La Corte si è riunita per deliberare e il processo è stato sospeso.

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