Luganese

Traffico di migranti: si arriva a Maroggia partendo dalla Sicilia

Due strutture criminali dedite anche al riciclaggio di denaro, armi e diamanti: una di esse porta ai due residenti nel Luganese

(Ponte Cremenaga, Varese (Ti-Press))
4 luglio 2018
|

Diciassette persone coinvolte, a vario titolo ritenute responsabili di associazione per delinquere a carattere transnazionale dedita al traffico di clandestini sulla tratta balcanica, al traffico di armi e al riciclaggio di denaro e preziosi. I nomi dei fermati sono tutti nel comunicato stampa dei carabinieri di Palermo reso noto dal sito rsi.ch. Si riassumono in questi numeri i componenti di due distinte organizzazioni criminali oggetto dell'indagine, una delle quali porta sino a due residenti a Maroggia che sarebbero coinvolti in una tratta di migranti, a sua volta legata allo scandalo dei permessi falsi del marzo del 2017.

Dal macedone agli scenari internazionali

Il lavoro degli inquirenti è partito dall'intercettazione di un cittadino macedone, posto sotto osservazione in quanto sospettato di trafficare armi (corte e lunghe da guerra e anche bombe) nell'ambito di una connessione con la malavita catanese e con membri del gruppo paramilitare albanese denominato 'Nuovo UCK'. L'indagine, condotta parallelamente su un italiano sospettato di traffico di armi dall'area balcanica, riciclo di denaro sporco e immissione di valuta estera di provenienza illecita, ha portato a ramificazioni estese in ambito internazionale, oggetto di un lavoro di cooperazione di forze di polizia e giudiziaria svizzere, tedesche, macedoni e kosovare.

Italiani e macedoni, denaro, diamanti e oro

Due le distinte strutture criminali “finalizzate al favoreggiamento dell’ingresso clandestino in territorio nazionale e in altri paesi dell’Unione Europea, di un numero indeterminato di soggetti, alcuni dei quali identificati, tutti provenienti dall’area balcanica, in cambio di denaro”. Per quanto riguarda quella diretta da italiani e macedoni, comprendente i due soggetti dal quale tutto è partito, il campo d'azione ha riguardato il reclutamento di cittadini slavi "da far entrare in Italia per motivi di lavoro, palesemente fittizi", ma pure "una fitta rete d'affari, finalizzati a riciclare ingenti capitali illeciti", rete riguardante denaro proveniente da furti e rapine a bancomat (per la ripulitura delle quali agivano 'specialisti' del settore di stanza nell'area balcania), derivante da delitti contro il patrimonio e da diamanti di provenienza illecita. Il riciclaggio si è spinto sino all'oro, 10 chilogrammi "in parte già fuso in lingotti e in parte ancora composto da monili", oro custodito nella zona di Sondrio.

Dai kosovari a Ponte Cremenaga

Quattro kosovari e tre italiani compongono l'altro ramo dell'organizzazione. Tra di essi, un kosovaro e un'italiana residenti a Maroggia, accusati di far transitare clandestinamente in migranti in territorio elvetico. Si arriva così ai fatti di Ponte Cremenaga (Varese), ovvero il fermo, in data 13 marzo 2017, di un furgone con targa svizzera "proveniente dall'area balcanica con 11 clandestini a bordo" terminato con "l'arresto dell'autista del mezzo, che custodiva i soldi pagati per il viaggio (3mila euro a testa)" e l'espulsione dei clandestini dal territorio elvetico. Per far rientrare in Svizzera due degli undici clandestini respinti, il capo del sodalizio (operante dal Kosovo) si rivolgeva ai due di Maroggia, che già gestivano "un canale autonomo di immigrazione clandestina dall'Italia alla Svizzera". La donna, servendosi di un'auto con vetri oscurati, riusciva così a portare in Svizzera i due clandestini. 

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔