Luganese

Videosorveglianza, il voto in Cc sarà tirato

Due emendamenti - uno Udc e uno Ps, ancora da presentare - rischiano di affossare il messaggio con la richiesta di credito da 4,9 milioni al voto martedì

Ti-Press (Archivio)
23 giugno 2018
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L’estensione della videosorveglianza è a rischio. Sale l’attesa in vista del doppio appuntamento del Consiglio comunale luganese di settimana prossima. A far salire la tensione è in particolare il messaggio relativo all’acquisto di impianti e installazioni di condotta, di sicurezza e di controllo del traffico: sei commissari della Gestione hanno firmato il rapporto favorevole con riserva, due (i socialisti Nina Pusterla e Marco Jermini) non l’hanno invece proprio firmato. I malumori sono sfociati in due emendamenti – uno targato Ps e l’altro Udc – che, se non accolti, ipotecano la concessione dei 4,9 milioni di franchi previsti.
«Il messaggio in sé va bene – valuta il capogruppo Udc Tiziano Galeazzi –, siamo però contrari ai lettori delle targhe: più che una questione di sicurezza, sembra che si voglia aumentare un po’ troppo la vigilanza». È questo l’aspetto più controverso. Poco più di 800’000 franchi per inserire controlli video su sei tratti stradali con la limitazione ‘servizio a domicilio permesso’. In città sono quarantasei le strade con freni di questo genere, quelle da cui si inizierebbe coi controlli – in seguito anche a segnalazioni delle commissioni di quartiere – sono: via Castausio e Longhena (da Molino Nuovo al Civico, passando dal Tra), via Canevascini (da via Besso alla Residenza Gemmo), via Adamini e via Riva (dal Lac a Loreto), via dei Giardini a Pazzallo, via della Posta e via Magatti in centro e poi un comparto del Pian Scairolo. «Non siamo contro la sicurezza, ma lo Stato non deve neanche entrare nella privacy delle persone» sostiene Galeazzi. Il sistema impone infatti di registrare in una 'whitelist' non solo i residenti delle vie interessate, ma anche parenti, amici, fornitori, ed è valido pure a posteriori. «Di telecamere ce ne sono già tante, le infrazioni stanno calando, questo mi sembra un accanimento terapeutico sui cittadini, e c’è il sentore che si possa estendere il sistema anche agli autosili». E se l’emendamento non dovesse passare? «Valuteremo di non votare il credito» chiosa il democentrista.
Perplessità sul tema lettori targhe anche in casa Ppd. «È prevista una seconda fase, siamo preoccupati che si estenda troppo – spiega il capogruppo Michel Tricarico –, diventa un controllo a tappeto. Sosteniamo l’emendamento Udc. Se non dovesse venir accolto, entro lunedì decideremo». «Non siamo molto favorevoli a marcar così stretto il cittadino. – commenta il vice capogruppo leghista Lukas Bernasconi –. Sosteniamo la polizia, ma tendenzialmente siamo favorevoli all’emendamento». E poi? «Abbiamo una strategia definita, di più per il momento non possiamo dire».

Il Ps: «È eccessivo»

«Sosterremo l’emendamento dell’Udc, anche se con altre motivazioni». Contro i lettori di targhe si schiererà anche il Partito socialista che, come preannuncia a ‘laRegione’ la capogruppo Simona Buri, porterà all’attenzione del legislativo anche l’estensione del sistema di videosorveglianza Securcity al parco Ciani e all’area della Foce. «Ci sembra eccessivo – chiarisce –, come lo è anche la necessità di avvertire per ogni visita che si riceve, affinché non sia registrata come infrazione nel caso dei lettori di targhe. Se vengono accettati gli emendamenti accettiamo il messaggio, altrimenti no».
Un’opposizione legata al controllo al Tra? «Ci ha dato molto fastidio e tuttora non ci è chiaro – spiega –, ma sono due questioni distinte». Buri (con Jacques Ducry e Demis Fumasoli) è anche chiamata a testimoniare in Procura nell’ambito di un procedimento contro ignoti per violazione del segreto d’ufficio, dopo aver firmato un’interrogazione sui conti di Lugano Airport Sa. «Due pesi e due misure – valuta –, le fughe di notizie sono all’ordine del giorno. Non è un problema: andremo e diremo la nostra. Lo viviamo come un atto intimidatorio: io continuerò a firmare gli atti che ritengo opportuni, ma non tutti potrebbero pensarla così».

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