Spazi ai giovani

Mojito per tre mesi, la Città perde 120mila franchi

Morel, Turba, Molino. Storie, con problemi annessi, di spazi culturali a Lugano

Ti-Press
21 giugno 2018
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«Più che fuori dall’ordinario, sono attività fuori dalle ordinanze. Il problema vero è questo, il Morel non può avere uno statuto giuridico chiaro, ha ricevuto dei permessi temporanei ma il problema di fondo rimane per ogni spazio culturale senza scopo di lucro che proponga offerte diversificate». Dj leMox conosce bene le proposte di cultura alternativa a Lugano e non lo hanno sorpreso i problemi con il vicinato e l’autorità avuti dallo spazio Morel: situazioni simili capitano anche a esercizi pubblici “regolari”.

Il collettivo di giovani che gestisce l’ex garage accanto al Lac crea situazioni capaci di suscitare interesse e apprezzamento unanimi. Tanto che, dopo il tira e molla sulle autorizzazioni speciali (cfr. ‘laRegione’ del 18 maggio a p. 17), è pure pendente un’interrogazione che chiede al Municipio di Lugano di alleggerire la burocrazia per questo genere di eventi. «Sono giovani che hanno visioni chiarissime e notevoli capacità, raramente mi è capitato di incontrare un collettivo così unito e coinvolgente. Propongono attività che potrebbero essere ospitate anche al Lac se ci fosse lo spazio», dice dj leMox, secondo cui non è così netta la distinzione fra le varie realtà: «La contaminazione fra spazi alternativi e istituzionali è potenzialmente molto fertile; la cultura nasce sempre dal basso e questa dinamica virtuosa va sostenuta».

Un aspetto che resta sotto traccia ma ce lo conferma Roberto Badaracco, titolare del Dicastero cultura, sport e eventi: «Questa sinergia fra persone genera un circolo virtuoso in cui ognuno rappresenta un valore aggiunto all’offerta culturale della città». Ma con la riduzione dell’apertura del Mojito a soli tre mesi all’anno imposta dalla nuova legge, spiega Badaracco, «abbiamo calcolato un minor introito di circa 120-130mila franchi a favore degli eventi estivi che siamo comunque riusciti a confermare». Un’altra realtà destinata invece, per forza maggiore, a cambiare pelle è quella del Turba che sabato ha celebrato la chiusura delle attività negli spazi di via Cattedrale.

Del resto, sin dall’inizio, circa tre anni fa, era noto che l’immobile sarebbe stato oggetto di una ristrutturazione. Il circolo in tre anni ha proposto quasi 400 eventi culturali di vario genere e ora conta circa 2’000 soci. L’esperienza continuerà in altri spazi e forme: in estate sarà al Lido di Lugano, al Festival di Locarno e ad Art Basel. A distinguersi nella ‘movida’ cittadina è l’offerta del centro sociale Il Molino che, secondo dj leMox, a livello progettuale marcia sul posto, forse per la forte connotazione politico-ideologica di ogni attività, pur riscuotendo successo di pubblico. Sono comunque numerosissime le proposte estive in città.

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