Locarnese

Locarno e Chiappini, infine c'è il ‘contropelo’

La Città risponde a tutto campo alle domande del Ps sull'ex direttore dei Servizi culturali. La novità: nei depositi pubblici anche una sua stanza da letto

Rudy Chiappini
(Ti-Press)
7 aprile 2021
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All'ex direttore dei Servizi culturali della Città di Locarno Rudy Chiappini va reso merito per il lavoro svolto dal 2014 a fine 2020. Tuttavia, una serie di elementi – fra cui quelli di natura penale emersi a margine della mostra su Modigliani organizzata per MondoMostre Skira a Genova nel 2017 – ne offuscano l'immagine, fino a sbiadirla in modo significativo dopo un'ultima scoperta che lascia quantomeno perplessi: l'uso non autorizzato, per il trasporto ed il deposito di materiale privato dell'ex direttore, dei depositi dei Servizi culturali e dei custodi. Parliamo di una camera da letto, nonché di libri e di una scultura. “L'ex direttore ha ammesso l'uso non autorizzato per il deposito ed il trasporto della camera da letto, precisando tuttavia che il resto è materiale utilizzato per l'attività di direttore dei Servizi. Il Municipio avvierà le necessarie verifiche, deplorando comunque sin d'ora l'uso non autorizzato dei depositi e del personale per gli aspetti ammessi. Questa circostanza mina la fiducia riposta dal datore di lavoro nei confronti dell'ex direttore”.

Mostre esterne: non tutte segnalate

Sono gli elementi salienti che emergono dalla risposta municipale all'interpellanza del Ps – poi trasformata in interrogazione – sulle magagne legate soprattutto alle attività accessorie svolte da Chiappini mentre era impiegato per la Città all'80%. In particolare, il Ps chiedeva di circostanziare i lavori esterni e i redditi dichiarati per essi. Per la mostra di Genova, scrive la Città, “Chiappini ha indicato nel 2017 al Municipio di avere svolto un ruolo non operativo – legato all'ideazione dell'evento – di essere stato impiegato per 16 giorni nel 2016 e per 9 giorni nel 2017 e di avere percepito un compenso pari a circa 15mila franchi. Si trattava di un'attività accessoria puntuale. Oltre a questa, Chiappini ha pure dichiarato un'attività accessoria legata a una mostra su Botero a Roma, per la quale ha segnalato 2 giorni nel 2015, 4 giorni nel 2016 e 4 giorni nel 2017, per un compenso di 15mila franchi”. Di conseguenza, “nel 2017 non sussistevano elementi pe mettere in dubbio la compatibilità della funzione accessoria con quella di direttore dei Servizi culturali”. Per altro, sono emerse in seguito due ulteriori mostre non notificate al Municipio: Seul 2015 e Verona 2017. Per la prima Chiappini si è giustificato dicendo che essa era stata ideata e organizzata fra il 2013 e il 2014; per la seconda, ha ammesso di non averla segnalata, precisando che “si trattava della continuazione di Botero 2017 a Roma e che la preparazione non avrebbe influito sulle attività svolte per Locarno”. Ma doveva darne segnalazione, sottolinea il Municipio, e “ciò non è stato fatto”.

Retribuzione per Genova: “Fatto grave”

Restando in tema compensi, ma tornando a Genova, il Ps aveva ripreso l'inchiesta di Falò secondo cui MondoMostre Skira e Chiappini si erano messi d'accordo per far figurare un compenso inferiore a quello effettivamente concordato. In particolare, Falò aveva riportato uno scambio di e-mail fra Skira e Chiappini da cui risultava che tramite un “escamotage formalmente corretto e difendibile” Chiappini figurava non più come curatore unico della mostra, ma solo come membro di un comitato direttivo; il che sgonfiava la sua retribuzione da 50mila euro più bonus (in base al numero di visitatori) a circa 10mila 500 euro. Questo anche se in realtà Chiappini avrebbe continuato a fungere da curatore unico a compenso pieno, ma, secondo Skira, aveva chiesto che la differenza di onorario gli fosse riconosciuta l’anno successivo, legandola ad altri aspetti della mostra che non riguardassero la curatela. A questo proposito l'esecutivo fa un po' di slalom dicendo che “se dovesse essere confermato quanto rilevato da Falò” (ma non v'è motivo di dubitarne, vista la serietà della testata e il lavolto svolto dal collega Gianni Gaggini), “si tratta certamente di un fatto grave e il Municipio non mancherà di prendere posizione a tutela di tutti i dipendenti comunali”. 

V'è poi l'aspetto dell'ulteriore coinvolgimento dell'ex direttore (ora in pensione) nelle mostre organizzate a Locarno. Il Municipio ricorda che nel febbraio 2020 gli era stato conferito mandato per organizzare le mostre previste in primavera-estate '21 e che quindi quest'attività non avrebbe potuto essere slegata al lavoro svolto nel 2020. Poi però – al netto di tutto il discorso riguardante il concorso pubblico poi bloccato per un ricordo di Ronnie Moretti – le chiavi dei Servizi culturali sono state affidate ad interim all'archivista Rodolfo Huber. “Alla luce di questa decisione – comunica la Città – è stato deciso di porre fine al mandato assegnato all'ex direttore, ora limitato all'esposizine recentemente aperta a Casa Rusca”.

Il Municipio sottolinea comunque, come detto, anche i meriti di Chiappini, sotto la cui direzione sono state organizzate mostre di richiamo a Casa Rusca, è stato aperto il nuovo museo di Casorella, si è avviato il concorso per restaurare e valorizzare il Castello e si è proceduto con la schedatura elettronica di oltre 4'500 dipinti, sculture, disegni e stampe di proprietà della Città. Quanto infine alla questione del materiale d'archivio che Chiappini, scriveva il Ps, avrebbe scientemente mandato al macero, la Città puntualizza che la collezione di documenti video in Vhs (269 cassette, di cui 39 già digitalizzate) è conservata nel deposito dei Beni culturali. È vero che un sacco di cataloghi invenduti sono stati eliminati, ma poiché ne erano stati stampati troppi. Dal 2014, conclude la Città, vengono stampati con parsimonia e semmai, se necessario, ristampati.

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