Bellinzonese

Operatore di strada a Bellinzona: sì, ma non solo per giovani

Il Municipio preavvisa favorevolmente la mozione e definisce gli scopi (per varie fasce d'età della popolazione) e le modalità (un team di due persone)

Ti-Press
13 novembre 2020
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Dopo aver già espresso il proprio sostegno nelle osservazioni preliminari, ora il Municipio di Bellinzona lo ribadisce: serve un operatore di strada in città, anzi due. Nelle osservazioni finali in merito alla mozione inoltrata da Vito Lo Russo (Plr) e cofirmatari (giunta 9 anni dopo che analoga proposta era stata bocciata), l'Esecutivo spiega come intenda dar seguito all'idea che verrà sottoposta ai consiglieri comunali nella prossima seduta del 23 novembre. Nello specifico propone di inserire nell’organico comunale due operatori di prossimità, con percentuale lavorativa da definire, in modo che possano lavorare in team. "Per motivi di sicurezza, non è consigliato che l’operatore di prossimità svolga il proprio lavoro non accompagnato da un collega con analoga formazione e funzione, anche perché i suoi orari lavorativi, forzatamente, si adattano alle esigenze della popolazione interessata (sera, fine settimana, ecc)", si legge nella presa di posizione. Il lancio del concorso pubblico è ipotizzato nel corso del prossimo anno, con entrata in funzione da inizio 2022.

Questa nuova figura professionale, ravvisa il Municipio, non è però pensata per concentrarsi solo sui giovani. "La sua attenzione dovrà essere rivolta a tutte le fasce d’età, anche e non solo agli anziani, che pure rappresentano un nodo cruciale e di particolare fragilità, soprattutto nella fase in cui l’autonomia personale scema in modo importante oppure l’aspetto legato alla solitudine diventa motivo di particolare sofferenza", scrive il Municipio.

Le forze lavoro attualmente al servizio della città sono già molto sollecitate e operano sulla base della volontarietà dell’utente oppure su mandato dell'autorità (come i curatori cittadini sulla base di decisioni dell’Arp), quindi quando le problematiche presenti sono almeno in parte conclamate. Diverso il discorso per l’operatore di prossimità, continua l'Esecutivo: si tratta di un operatore sociale formato che agisce sul territorio facendosi conoscere dai cittadini e individuando le persone e le zone della città più a rischio. "Questo permette di anticipare i tempi e grazie al rapporto di fiducia che si instaura" ed è quindi possibile "intervenire a supporto diretto o per il tramite di altri servizi a favore dell’interessato".

Da mettere in rete con altri servizi

Anche la Commissione della legislazione che si stava orientando nella stessa direzione del Municipio ha confermato gli intenti nella sua relazione. All'unanimità i commissari ritengono fondamentale che sia il Comune ad attivarsi per introdurre tale figura. Se è vero che sul territorio sono già attive strutture o iniziative in questo ambito (ad esempio il Social Truck introdotto dalla Città lo scorso anno), la Legislazione ritiene che esse siano perlopiù riconducibili alla prevenzione secondaria (interventi di diagnosi precoce), e terziaria (cioè interventi riabilitativi oppure per evitare che la situazione si aggravi). "L’educatore sociale di prossimità fungerebbe, invece, da punto di riferimento per una prevenzione primaria, "ossia nel monitoraggio di situazioni potenzialmente problematiche con lo scopo di intervenire, dal punto di vista educativo, su situazioni che possono, se trascurate, divenire complesse tanto per i soggetti destinatari dell’intervento (i giovani), quanto per la popolazione con la quale essi convivono".

Sarà fondamentale, aggiungono i commissari, inserire tale concetto in una rete con altri servizi sociali ed educativi, di controllo e di polizia, "rafforzando così un servizio comunale che dovrà essere sempre più attento al sostegno di giovani adulti confrontati con problemi di formazioni interrotte, disoccupazione, precarietà e con difficoltà a trovare sbocchi e prospettive reali per esprimere il proprio potenziale, le proprie risorse e le proprie competenze".

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