La senatrice ha scritto a Colm Kelleher e al segretario al Tesoro Scott Bessent chiedendo dettagli sulle interazioni con l'amministrazione Trump e una risposta entro il 19 dicembre
La senatrice democratica statunitense Elizabeth Warren ha scritto al presidente del consiglio di amministrazione di UBS, Colm Kelleher, per chiedergli spiegazioni riguardo a una eventuale ricollocazione della banca negli Stati Uniti, al centro di voci ricorrenti da diversi mesi, anche se l'istituto le ha più volte smentite.
Warren ha indirizzato una lettera a Kelleher, ma anche al segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent, per esprimere le sue preoccupazioni riguardo al potenziale trasferimento di una banca di tali dimensioni negli Stati Uniti, ha indicato ieri il suo ufficio stampa in un comunicato.
Nella lettera, datata martedì e consultata dall'agenzia Afp, la senatrice democratica chiede in particolare dettagli sulle "interazioni" della banca "con l'amministrazione di Donald Trump", "compreso" con Scott Bessent, esigendo una risposta "al massimo entro il 19 dicembre".
UBS è attualmente impegnata in un braccio di ferro con il governo svizzero, che vuole trarre insegnamenti dal crollo di Credit Suisse nel 2023 e imporre regole più severe a UBS. Per evitare una bancarotta di Credit Suisse, UBS aveva accettato di rilevare la sua ex concorrente nell'ambito di un piano di salvataggio orchestrato dal Consiglio federale.
Sebbene la banca si sia detta più volte d'accordo con molte delle nuove regole proposte, essa si oppone fermamente a una proposta riguardante il rafforzamento dei fondi propri delle sue filiali estere, che la obbligherebbe a mettere da parte fino a 26 miliardi di dollari supplementari, col rischio di minarne la competitività, secondo i dirigenti di UBS.
In questo contesto, circola regolarmente una voce secondo cui UBS potrebbe tentare di spostare la sua sede sociale negli Stati Uniti. La voce era riemersa a metà novembre quando un articolo del Financial Times aveva indicato che Kelleher "avrebbe avuto discussioni" con Bessent e che l'amministrazione di Donald Trump sarebbe "ricettiva" all'idea di accogliere la banca, basandosi su tre fonti anonime.
Qualche giorno dopo, il CEO di UBS, Sergio Ermotti, aveva definito la voce "assurda", affermando che la banca non aveva "mai minacciato di lasciare il paese", aveva riportato l'agenzia Bloomberg.
Contattata dall'Afp, la banca non ha voluto commentare la lettera della senatrice Warren.
"Come abbiamo ripetuto più volte, vogliamo continuare a operare con successo come banca globale dalla Svizzera", ha comunque ribadito UBS.