Svizzera

Mosca s’arrabbia: lettera di protesta all’ambasciatrice svizzera

Krystyna Marty Lang è stata convocata oggi al Ministero degli esteri. Motivo: la decisione del Consiglio degli Stati sulla confisca dei beni statali russi

L’ambasciatrice nel 2018 a Berna
(Keystone)

L'ambasciatrice elvetica in Russia, Krystyna Marty Lang, è stata convocata oggi al Ministero degli esteri per ricevere una nota di protesta di Mosca in merito alla "decisione del parlamento svizzero di avviare le procedure legali per un meccanismo che permetterebbe di confiscare i beni statali russi nella Confederazione svizzera".

Lo riferisce in una nota il Ministero degli esteri, sottolineando che la Russia "condanna con forza questo passo che viola grossolanamente i principi fondamentali e le norme della legge internazionale riguardanti l'immunità degli Stati".

‘Furto di Stato’, ‘misure di ritorsione’

"Ogni violazione della proprietà statale russa", ha avvisato la diplomazia di Mosca, rappresenterebbe "un furto di Stato" e "misure di ritorsione da parte russa sarebbero inevitabili".

Il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) ha confermato a Keystone-Ats la convocazione dell'ambasciatrice in relazione alla decisione parlamentare.

Il Consiglio degli Stati ha deciso lo scorso giovedì che la Svizzera deve inserirsi nel dibattito sulla base giuridica internazionale per la confisca dei beni statali russi. Il Nazionale aveva affrontato il tema in autunno, approvando le relative mozioni.

In poche parole, i patrimoni riconducibili allo Stato russo dovrebbero poter essere sequestrati per servire alla ricostruzione dell'Ucraina. I danni causati alle infrastrutture ucraine sono stimati dalla Banca Mondiale intorno ai 2000 miliardi di dollari.

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