Svizzera

Alpinisti morti, ‘meteo peggiorato di colpo, decide la montagna’

Gli inquirenti che indagano sul decesso di cinque scialpinisti vallesani sulla Tête Blanche tendono a imputare il dramma alle forze della natura

I soccorsi sul luogo della tragedia
(Keystone)
11 marzo 2024
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Quando le indagini sulla tragedia di questo fine settimana nelle Alpi vallesane – con un bilancio di cinque morti e un disperso – sono ancora agli inizi, gli inquirenti tendono ad imputare il dramma alle forze della natura. I media non eludono la questione della responsabilità degli stessi sciescursionisti.

In una conferenza stampa stamani a Sion (Vs), la procuratrice generale Béatrice Pilloud ha sottolineato che in montagna le condizioni possono "cambiare subito" ed "è importante non giudicare le persone", avendo rispetto nei "loro confronti" e "verso le loro famiglie".

Il comandante della Polizia cantonale vallesana Christian Varone dal canto suo ha indicato che le condizioni meteorologiche a Zermatt (Vs), da dove i sei alpinisti sono partiti sabato mattina alla volta di Arolla (Vs), "erano relativamente buone, prima di peggiorare rapidamente. È la montagna a decidere", ha detto.

Anjan Truffer, guida alpina e responsabile del Soccorso alpino per Zermatt, che ha preso parte alla ricerca delle vittime della tragedia, ritiene che la responsabilità degli sciescursionisti sia palese. "È certamente negligente intraprendere tali tour con queste previsioni meteo", dice in un'intervista pubblicata nel primo pomeriggio sul sito del quotidiano zurighese Blick.

L'esperto traccia un parallelismo con la morte di cinque alpinisti avvenuta nel 2018 nella regione della Pigne d'Arolla. Anche allora, come in questo fine settimana, il favonio violento, accompagnato da abbondanti precipitazioni, era previsto.

Anche Varone ha ricordato davanti ai media sia questa tragedia sia quella del 2000 che, sempre nella stessa regione, era costata la vita a due persone. "Il nostro cantone fa i conti con molte tragedie in montagna".