Votazioni del 3 marzo

Avs a 66 anni: i Giovani Plr avviano la campagna

Secondo i promotori dell’iniziativa è necessario adeguarla alla speranza di vita. Bisogna rafforzare il sistema per le generazioni future

Il lancio della campagna dei Giovani Plr
(Keystone)
18 gennaio 2024
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L'invecchiamento della popolazione, unito all'allungamento della speranza di vita e alla bassa natalità, sta mettendo a dura prova l'Avs: le rendite per le generazioni future sono in pericolo.

Per questo, stando ai Giovani Plr che hanno avviato oggi la campagna in vista del voto del 3 di marzo sulla loro iniziativa, è necessario innalzare l'età di riferimento a 66 anni dal 2032, adeguandola in seguito alla speranza di vita (0,8 mesi per ogni mese di aspettativa di vita supplementare), pena un aumento dell'Iva, dei prelievi sui salari o un ulteriore indebitamento. In base alle previsioni attuali, i promotori stimano che l'età pensionabile salirà a 67 anni nel 2043 e a 68 nel 2056.

Circa i mestieri usuranti, i Giovani Plr sono favorevoli a soluzioni settoriali come quelle che esistono ora, in particolare per i lavoratori dell'edilizia che possono andare in pensione anticipatamente.

Finanze traballanti

Se non si fa nulla, nel 2050 l'Avs registrerà un deficit di oltre 10 miliardi di franchi, ha dichiarato davanti ai media il presidente dei Giovani Plr, Mathias Müller.

A suo parere, bisogna agire tempestivamente, giacché il progetto Avs21 adottato l'anno scorso dal popolo, che contempla un innalzamento dell'età pensionabile per le donne a 65 anni e un leggero miglioramento a livello finanziario dell'Avs grazie anche all'aumento dell'Iva (0,4% punti percentuali all'8,1%), non è sufficiente: l'Avs sarà di nuovo in rosso dal 2030 per un miliardo di franchi.


Keystone
Il presidente Matthias Müller

La popolazione invecchia

Tale evoluzione preoccupante, secondo Müller, è dovuta al fatto che nei prossimi dieci anni la generazione dei baby-boomer – un milione di persone, ndr – andrà in pensione e, rispetto al 1948, ossia quando vennero versate le prime rendite Avs, vivrà molto più a lungo. Se oggi un neopensionato può sperare di ricevere una rendita per 21 anni, nel 2050 sarà per 25 anni.

All'invecchiamento della popolazione corrisponde un calo della natalità, con ripercussioni evidenti sul rapporto fra popolazione attiva e no: se nel 1948 a ogni pensionato corrispondevano 7 attivi, oggi siamo a 3,2 attivi, per poi scendere a 2,1 attivi nel 2050, ha fatto notare Müller.

Soluzione più equa

Per non dover quindi aumentare l'Iva – si parla di un +2,2 punti percentuali entro il 2050 –, le imposte o i prelievi sui salari, ciò che graverà sulle finanze delle generazioni più giovani, un aumento dell'età pensionabile a tappe rappresenta la soluzione più giusta, secondo il presidente dei Giovani Plr.

Müller ha fatto notare che lavorare un po’ di più avrà anche un effetto positivo sulle entrate fiscali della Confederazione, dei Cantoni e dei Comuni, frenando nel contempo l'immigrazione grazie al fatto che le persone lavoreranno un po’ più a lungo.

Non è un unicum

A differenza delle critiche, a detta dei promotori l'iniziativa non è per nulla estrema o campata in aria poiché in linea con quanto stanno facendo altri Paesi confrontati con problemi demografici analoghi: la Danimarca, i Paesi Bassi, il Belgio, la Germania, ha spiegato Patrick Eugster, vicepresidente del comitato d'iniziativa, "hanno deciso di innalzare l'età di pensionamento a 67 anni nel corso dei prossimi dieci anni legandola in alcuni casi, come il Portogallo, alla speranza di vita".

A detta di Eugster, l'iniziativa non risolverà tutti i problemi giacché nel 2050 potrebbero verificarsi ancora dei deficit di finanziamento (fino a 5 miliardi). Si tratta tuttavia pur sempre di un miglioramento rispetto allo status quo, ha sottolineato, aggiungendo che gli effetti veramente positivi della loro proposta sono attesi per il periodo post 2050.

Solidarietà fra generazioni

Nei loro interventi, Pauline Blanc, presidente della sezione vodese dei Giovani Plr, e Daniel Mitric, vicepresidente dei Giovani Plr, hanno sottolineato come l'iniziativa rafforzi l'Avs a lungo termine, assicurando il versamento di rendite dignitose senza gravare sui giovani. Per i promotori dell'iniziativa è insomma importante rafforzare la solidarietà fra attivi e pensionati, evitando di caricare di debiti le generazioni future.

Ciò che non fa, secondo i Giovani Plr, l'iniziativa dei sindacati al voto anche il 3 di marzo che auspica invece il versamento di una 13esima Avs per tutti. Si tratta di una proposta che non tiene conto dei bisogni di finanziamento futuri dell'Avs, ma provocherà solo ammanchi miliardari nei fondi del primo pilastro a partire dal 2030.

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