È quanto prevede un progetto di legge adottato dal Consiglio nazionale. Malgrado le reticenze dei democentristi
Le vittime straniere di violenza domestica devono essere meglio protette. Lo prevede un progetto di legge adottato oggi, martedì 19 dicembre, dal Consiglio nazionale per 129 voti a 65. Contraria l'Udc per il timore di abusi. Il dossier va agli Stati.
Il progetto di legge prevede di modificare la Legge federale sugli stranieri estendendo le regole per i casi di rigore applicabili alle vittime di violenza domestica, ha affermato a nome della commissione Damien Cottier (Plr/Ne).
Dopo un divorzio uno straniero può rimanere in Svizzera e prolungare il suo permesso di soggiorno a certe condizioni, ossia se l'unione è durata almeno tre anni e la persona interessata è ben integrata. Tuttavia, le condizioni sono difficili da soddisfare. La vittima deve provare che la violenza c'è stata. Per paura di perdere l'autorizzazione di soggiorno, alcune donne rimangono quindi col coniuge violento.
In futuro, in caso di divorzio è previsto che i familiari dei titolari di un permesso di dimora (permesso B), di un permesso di soggiorno di breve durata (permesso L) nonché delle persone ammesse provvisoriamente (permesso F) possano rimanere in Svizzera se sono stati vittima di violenza domestica. Finora questi gruppi di persone potevano chiedere di rimanere, ma non pretenderlo legalmente. Tale diritto spettava solo ai familiari stranieri di cittadini svizzeri e di titolari di un permesso di domicilio (permesso C).
L'Udc, che chiedeva la non entrata nel merito, teme che la legge, abbassando i requisiti per rimanere in Svizzera, dia luogo ad abusi. Basterà affermare di essere vittima di violenze per poter rimanere, hanno dichiarato vari oratori.