Svizzera

Asilo alle donne afghane, nessun effetto calamita

Gli arrivi in Svizzera non sono esplosi dopo il cambio di prassi in vigore da luglio. Lo fa sapere la Segreteria di Stato della migrazione

Dal ritorno al potere dei talebani, nell’agosto del 2021, la situazione delle donne in Afghanistan è peggiorata in modo drastico
(Keystone)
30 novembre 2023
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Berna – Il numero di arrivi in Svizzera di donne afghane non è schizzato alle stelle dal mese di luglio, ossia da quando possono ottenere direttamente lo status di rifugiate. È quanto indica la Segreteria di Stato della migrazione (Sem) secondo cui, dopo il cambio di prassi, sono state soprattutto quelle che già vivevano nella Confederazione a depositare una nuova domanda d'asilo.

Dopo il ritorno al potere dei talebani nel 2021 nel Paese asiatico, la Sem ha studiato la situazione delle donne, constatando come le loro condizioni e i loro diritti si fossero nettamente deteriorati, ad esempio in materia di accesso all'istruzione o a una professione. Una situazione peraltro non destinata a cambiare nel breve e medio termine.

‘Normale fluttuazione stagionale’

L'organo ha dunque deciso di modificare la sua prassi, offrendo la possibilità di concedere loro l'asilo invece della sola ammissione temporanea al momento dell'arrivo in Svizzera. Contrariamente a quanto temevano alcuni, vedasi Udc e Plr, questa novità non ha provocato un'esplosione delle domande, ha spiegato la Sem in una conferenza stampa oggi a Berna. I due partiti hanno richiesto una sessione straordinaria delle Camere in dicembre con l'obiettivo di tornare all'iter precedente.

Come ogni anno, un aumento delle domande d'asilo è stato registrato in agosto e settembre. "Ma questo non ha niente a che vedere con la nuova prassi", ha puntualizzato davanti ai media il vicedirettore della Sem Claudio Martelli. Tale rialzo è in effetti una normale fluttuazione stagionale ed è constatato per tutte le nazionalità di migranti. In ottobre si è poi assistito a un calo.

Soprattutto donne che già vivevano in Svizzera

La maggior parte delle domande sono giunte da afghane che vivevano già in Svizzera, beneficiando solitamente di un'ammissione provvisoria. Lo scorso giugno, erano 6’239 in tutto il Paese. In settembre, 700 nuove richieste per ottenere l'asilo sono state depositate da persone con questo passaporto già stabilite nella Confederazione, di cui 410 di sesso femminile. Numeri poi scesi rispettivamente a 300 e 189 il mese successivo, ha aggiunto Martelli. Lo status di rifugiate non viene comunque assegnato automaticamente, bensì ogni caso viene studiato a parte, ha sottolineato il vicedirettore.

Il tasso di accettazione è comunque salito dal 12,8% del settembre 2022 al 30% dodici mesi più tardi. Il 77% delle domande che ottengono semaforo verde provengono da donne. La Sem specifica che le richieste di afghani residenti in Svizzera non sono prioritarie: si tratta infatti di persone in sicurezza e per cui non vi è più il problema di trovare un alloggio.

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