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Jon Pult, il ‘montanaro urbano’ e ‘classico socialdemocratico’

Il profilo del 39enne consigliere nazionale grigionese, in corsa per la successione di Alain Berset in Consiglio federale

39 anni, grigionese, consigliere nazionale
(Keystone)
1 dicembre 2023
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Beat Jans

Sperimentato ‘ministro’ dalle umili origini

Beat Jans (Ps) è da quasi tre anni presidente del governo di Basilea Città. Adesso l’ex consigliere nazionale e vicepresidente del Ps svizzero potrebbe coronare la sua – non lunga, vista l’età – carriera politica con un seggio in Consiglio federale.

Il 59enne è cresciuto a Riehen (Bs), figlio di una famiglia operaia, in un condominio. Dice di avere sempre davanti agli occhi sua madre, di umili origini, quando parla: “Se lei mi dice che non ha capito, allora so di aver sbagliato qualcosa”, ha dichiarato recentemente in un’intervista al ‘Tages-Anzeiger’. Jans ha svolto l’apprendistato come agricoltore e si è formato come perito agricolo, prima di studiare scienze ambientali al Politecnico di Zurigo. Sposato con Tracy, americana, e padre di due figlie, vive in un quartiere popolare a Basilea.

Jans è una figura di rilievo della politica locale e nazionale degli ultimi due decenni. Nel suo cantone ha ricevuto il maggior numero di voti alle elezioni del Consiglio nazionale del 2015 e del 2019. E nel novembre del 2020 è stato eletto al primo turno in Consiglio di Stato.

A differenza di Jon Pult (e di quasi tutte le attuali figure chiave del suo partito), non fa la gavetta nella Gioventù socialista (Giso). Entra nel Ps basilese soltanto all’età di 34 anni. Già due anni dopo ne assume la presidenza. Sotto la sua guida, i socialisti ottengono nel 2005 un terzo seggio in Consiglio di Stato. Viene eletta – a sorpresa – Eva Herzog, all’epoca poco conosciuta fuori dal semi-cantone, oggi ‘senatrice’ (assumerà la presidenza del Consiglio degli Stati nel 2024) e un anno fa candidata (sconfitta) alla successione di Simonetta Sommaruga in Consiglio federale.

Insieme all’Alleanza verde, la sinistra conquista così la maggioranza nell’esecutivo di sette membri: a Basilea Città è l’inizio dell’era rosso-verde, che durerà quasi 16 anni. In Gran Consiglio nel 2005 il Ps guadagna sette seggi, trasformandosi nel gruppo parlamentare più forte. Un successo dovuto anche al fatto che Jans ha integrato gli immigrati nel partito (uno di questi è l’ex consigliere nazionale Mustafa Atici, non riconfermato il 22 ottobre).

Jans siede in Gran Consiglio dal 2001. Qui si fa notare per i suoi discorsi appassionati e talvolta un po’ ostinati. Nel 2010 subentra al dimissionario Ruedi Rechsteiner in Consiglio nazionale. Si fa rapidamente un nome in tutta la Svizzera come politico competente sui temi ambientali ed energetici. Oltre alla sua attività politica, Jans lavora per Pro Natura (1995-2010) e per la società di consulenza basilese Ecos. Inoltre insegna all’Università di Basilea.

Nel 2015 subisce una sconfitta: non è lui, ma il vodese Roger a essere eletto presidente del gruppo parlamentare socialista. Si rifà l’anno seguente, quando diventa vicepresidente del Ps svizzero. Il basilese flirta anche con una candidatura al Consiglio degli Stati. Tuttavia, il duello interno al partito contro Eva Herzog non si concretizza: lui ritira la sua candidatura, sostenendo che le donne rischiano di essere fortemente sottorappresentate alla Camera dei Cantoni.

Dopo la sua rielezione al Nazionale, Jans si candida per il Consiglio di Stato di Basilea Città nel 2020: viene eletto al primo turno, come detto. Quando la presidente del governo Elisabeth Ackermann (Verdi), dopo aver ottenuto un risultato negativo, non si ripresenta, Jans si candida spontaneamente alla presidenza del governo. In realtà, avrebbe preferito assumere la responsabilità del Dipartimento dell’economia, della socialità e dell’ambiente.

A detta di molti osservatori, la sua esperienza di esecutivo fa di lui il favorito nella corsa per il seggio di Alain Berset in Consiglio federale. A suo favore gioca anche il fatto che Basilea Città non sia più rappresentata in Consiglio federale dalla partenza di Hans-Peter Tschudi nel 1973. Non solo: più in generale, è la Svizzera urbana a essere assente al momento dal governo. Jans si pone così come “costruttore di ponti” tra un semi-cantone che è uno dei motori economici del Paese e la realtà rurale.

L’esperto di agricoltura – che da tre anni non è più membro del Parlamento federale (dove comunque mantiene una solida rete di contatti) – ha contro di sé la lobby degli agricoltori, uscita rafforzata dalle elezioni di ottobre. Da consigliere nazionale, il basilese si era battuto, tra l’altro, per l’abolizione dei contributi per gli animali e dei sussidi per la pubblicità della carne. Difficile che lunedì, all’audizione davanti alla Conferenza dei parlamentari contadini, riesca a far cambiare idea ai suoi detrattori.

Jon Pult

Il ‘giovane’ talento che incarna la diversità

Con la nomina del consigliere nazionale Jon Pult, 39 anni, il Ps ha scelto di gran lunga il più giovane candidato del partito alla successione del consigliere federale Alain Berset. L’ormai ex enfant prodige socialista è considerato un abile oratore e uno dei maggiori talenti che il Ps possa vantare, caratteristiche che lo hanno accompagnato per tutti i 20 anni della sua precoce carriera politica.

Pult è nato nella Bassa Engadina. Ha la doppia cittadinanza italiana (da parte di madre) e svizzera. È cresciuto anche a Milano, Domat-Ems e Coira. Quando è andato all’asilo, parlava romancio e italiano, ma non una parola di tedesco, scrive sul suo sito web. Un’esperienza che lo ha formato: “Comunicare significa ascoltare, capire e farsi capire. È così che si costruiscono ponti tra le persone”. Il tedesco è diventato una delle sue tre lingue principali. Pult parla correntemente anche il francese. Gli sta a cuore la coesione tra le regioni linguistiche, ma anche tra aree urbane e rurali e tra diverse realtà di vita. Il periodo trascorso a Zurigo come studente e poi come consulente in comunicazione lo ha formato tanto quanto l’area culturale alpina. Oggi il ‘montanaro urbano’ vive con la moglie – la giornalista di Swissinfo Sara Ibrahim – tra Coira e Berna.

La sua entrata in politica avviene all’età di 19 anni, nel 2004, quando è eletto nel legislativo della città di Coira. La scalata politica è rapida: a 24 anni diventa presidente del Ps grigionese, a 26 granconsigliere, a 29 presidente dell’Iniziativa delle Alpi, a 35 consigliere nazionale e a 36 vicepresidente del Ps svizzero. Al più tardi quando ha fatto il suo ingresso in Gran Consiglio, le sue capacità politiche e retoriche attirano l’attenzione nei Grigioni. Il giovane parlamentare discute e manovra come un veterano della politica, senza dare l’impressione di essere presuntuoso. Ben presto nei Grigioni si comincia a dire: “Un giorno sarà consigliere federale”.

Il suo più grande successo lo festeggia nel 2017, nel suo cantone. Sotto la sua guida, il Ps e i Verdi – contro un vasto e potente fronte formato dagli altri partiti e da tutte le associazioni imprenditoriali – riescono a mandare all’aria alle urne i piani cantonali per le Olimpiadi invernali.

Pult, storico di formazione, raggiunge la ribalta nazionale come presidente dell’Iniziativa delle Alpi, che si batte per il trasferimento su rotaia del traffico merci transalpino. Gli ci vogliono però tre tentativi per essere eletto al Consiglio nazionale: accade nel 2019, quando si libera il seggio socialista occupato da Silva Semadeni. Si fa subito notare anche a Berna. Solo un anno dopo esservi arrivato, il Ps lo nomina vicepresidente. Diventa responsabile del dossier ‘Europa’. Alla Camera del popolo, poi, assume la presidenza della Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni.

Pur avendo fatto la gavetta nella Gioventù socialista (Giso), Pult non è così di sinistra come spesso viene percepito. Secondo Smartvote, si colloca al centro del suo gruppo parlamentare. Lui stesso si definisce “un classico socialdemocratico”. Il grigionese – che secondo alcuni sarebbe il ‘Wunschkandidat’, il candidato preferito dei vertici del partito – indica nella riforma del sistema sanitario, nella politica climatica e nella politica europea le principali sfide attuali. Per raggiungere gli obiettivi climatici, propone una “politica della mano tesa” piuttosto che una “del dito puntato”.

Da consigliere federale manterrebbe il suo passaporto italiano. «Rimarrò un doppio cittadino e mi impegnerò al 100% per la Svizzera come consigliere federale», ha dichiarato al momento di annunciare la sua candidatura.

Un’opinione chiara ce l’ha anche a proposito della neutralità. Si è pronunciato infatti a favore della riesportazione di armi svizzere all’Ucraina da parte di Stati terzi. In un articolo per il quotidiano ‘Südostschweiz’, l’estate scorsa, ha scritto: “Dobbiamo interpretare correttamente la nostra neutralità, in modo che sia al servizio del diritto internazionale e non protegga l’aggressore”.

I Verdi

Andrey, l’imprenditore prestato alla politica

Il 13 dicembre i Verdi non attaccheranno il seggio vacante del ‘cugino’ socialista Alain Berset. Nel mirino hanno i due del Plr. Chance di farcela: vicine allo zero. Il candidato ufficiale è il friburghese Gerhard Andrey. Un uomo con molti talenti: imprenditore nel settore dell’informatica, politico, promotore culturale – e in origine falegname. 47 anni, sposato con due figli, è cresciuto nel distretto tedescofono della Sense. Oggi vive a Granges-Paccot, nel distretto francofono della Sarine. È perfettamente bilingue. Parla inoltre correntemente l’inglese e lo spagnolo.

Andrey è stato agevolmente rieletto in Consiglio nazionale il 22 ottobre scorso. Era candidato anche per il Consiglio degli Stati. Al primo turno si è piazzato quinto, staccato di poco da Alizée Rey (Ps). L’ecologista si è poi ritirato dalla corsa, a favore dell’alleata socialista, che però non è stata eletta il 12 novembre.

Nel 2019 Andrey è il primo rappresentante ecologista friburghese della storia alla Camera del popolo. A Palazzo federale si fa subito un nome come esperto di questioni legate all’informatica e alle nuove tecnologie. Fa parte del Gruppo-IT, che è l’organo di riferimento dei parlamentari per questioni strategiche e domande concernenti l’utilizzo e l’evoluzione dei sistemi informatici dell’Assemblea federale. Andrey diventa membro anche della Commissione delle finanze e di quella della politica di sicurezza, nonché scrutatore in seno all’Ufficio del Consiglio nazionale.

Nel 2007 ha fondato l’azienda Liip, attiva nello sviluppo di software per il web, che oggi impiega oltre 200 persone in sei sedi in tutta la Svizzera. Inoltre ha cofondato e presiede ‘La Gustav’, un’istituzione che forma giovani musicisti affinché possano creare e divulgare la propria musica.

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