Appianata l’ultima divergenza sulla proposta alternativa all’iniziativa popolare del Centro
Berna – Appianando oggi l'ultima divergenza formale che ancora l'opponeva agli Stati, il Consiglio nazionale ha praticamente dato il via libera al controprogetto indiretto all'iniziativa del Centro "per un freno ai costi" nel settore sanitario. La raccomandazione di voto – negativa – alla proposta di modifica costituzionale è già stata decisa nelle scorse sedute.
Nel corso dei dibattiti precedenti, i due rami del Parlamento si erano anche già detti d'accordo con l'introduzione nella legge di obiettivi di costo e qualità, vero "cuore" del controprogetto indiretto all'iniziativa. Gli attori responsabili della politica sanitaria definirebbero poi le misure correttive da adottare in caso di superamento dell'obiettivo di costo.
Il Consiglio federale dovrà poi ridurre immediatamente le indennità in eccesso nell'obsoleta struttura tariffale Tarmed nel settore delle cure mediche ambulatoriali. Altra novità: qualora una convenzione tariffale non dovesse soddisfare i criteri di economicità e appropriatezza e i partner tariffali non si saranno accordati entro un anno su un adeguamento, l'autorità potrà intervenire. Altre misure riguardano le tariffe e le analisi di laboratorio.
L'ultimo punto che ancora opponeva le due Camere riguardava il rimborso delle prestazioni. Queste ultime non dovrebbero più essere pagate dall'assicurazione obbligatoria qualora una valutazione basata su elementi oggettivi e concreti abbia dimostrato che non rispettano i criteri dell'efficacia, dell'appropriatezza e dell'economicità. Governo e Consiglio nazionale volevano affidare la valutazione a terzi indipendenti. Gli Stati si sono sempre opposti; e oggi, con 109 voti contro 77 contrari, il Nazionale ha ceduto.
Il dossier torna un'ultima volta agli Stati: il Nazionale, con il consenso della competente commissione della Camera dei cantoni, ha infatti deciso di modificare il titolo della legge per far sì che rispecchi meglio il suo contenuto. L'approvazione dei "senatori" è comunque poco più di una formalità.