L’interruzione è durata cinque anni. La Svizzera avrebbe voluto coinvolgere le Organizzazioni non governative, ma Pechino ha opposto il veto
Berna – Dopo un'interruzione durata cinque anni, la Svizzera e la Cina hanno ripreso a inizio settimana il dialogo sui diritti umani. Questo si è però svolto in assenza delle Ong che Berna voleva coinvolgere, a causa del veto cinese.
Quello tenutosi lunedì e martedì è stato il 17° round di colloqui. Il primo si è svolto nel 1991, l'ultimo nel giugno 2018 a Pechino. In un comunicato, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) parla di "confronto diretto, critico e aperto".
Tuttavia, questa volta, come riportato oggi dal Tages-Anzeiger, il DFAE avrebbe voluto la partecipazione di Ong. La richiesta elvetica si è però scontrata con il "no" di Pechino, ha confermato a Keystone-ATS Christoph Wiedmer, condirettore della Società per i popoli minacciati (SPM), una delle cinque organizzazioni che Berna voleva invitare.
Amnesty International, anch'essa inizialmente invitata, ha condannato "fermamente" il rifiuto cinese. Pechino ha "rifiutato una rara opportunità per dimostrare di essere pronta ad avere conversazioni difficili" sul tema, afferma l'associazione umanitaria.