Note positive a margine dell'incontro tra la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider e il ministro degli Interni Gerhard Karner
Svizzera e Austria hanno stilato un bilancio positivo dal piano d'azione congiunto contro la migrazione secondaria, messo a punto l'anno scorso, e intendono intensificare la collaborazione. È quanto è emerso dall'incontro di lavoro che la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha avuto oggi con il ministro austriaco degli Interni Gerhard Karner a Dürnstein, in Austria.
Il 28 settembre 2022 Berna e Vienna hanno concordato un piano d'azione comprendente non solo provvedimenti di politica migratoria a livello bilaterale e internazionale, ma anche misure di polizia di frontiera, ricorda un comunicato odierno del Dipartimento federale di giustizia e polizia. L'intesa ha avuto un impatto positivo visto che tra gennaio e fine maggio di quest'anno al confine austro-svizzero sono state fermate 4'001 persone entrate illegalmente e pochissime avevano presentato domanda d'asilo in Svizzera. Il numero di migranti illegali inoltre è sensibilmente diminuito rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Svizzera e Austria sono toccate in egual misura dalla decisione dell'Italia di sospendere i trasferimenti Dublino. Secondo Elisabeth Baume-Schneider questa decisione indebolisce il sistema Dublino, elemento centrale del sistema europeo dell'asilo. Il fatto che il sistema vada riformato non significa che si possa venire meno agli impegni attuali, precisa la nota.
La consigliera federale ha espresso al ministro austriaco l'auspico della Svizzera di rivedere l'accordo attuale di riammissione con l'Austria e il Liechtenstein. A suo avviso infatti agevolando le riammissioni si invia un segnale contro la migrazione illegale.
Durante l'incontro si è discusso anche di cooperazione in materia di polizia. Per la responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia questa cooperazione è fattore fondamentale per affrontare le minacce transfrontaliere come il terrorismo, la cibercriminalità e la criminalità organizzata. Per la Svizzera è quindi indispensabile potenziarla ulteriormente.