Svizzera

Niente obbligo di pannelli solari per gli edifici esistenti

Revisione della Legge federale sull’approvvigionamento elettrico con energie rinnovabili, il Nazionale ‘grazia’ le costruzioni già presenti sul territorio

Ma solo su nuove costruzioni
(Ti-Press)
14 marzo 2023
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L’offensiva solare va estesa, ma non deve riguardare gli edifici già esistenti. Lo ha stabilito oggi il Consiglio nazionale, proseguendo l’esame della Legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili. Il dibattito, iniziato ieri, continuerà domani.

Vista la mole mastodontica del dossier, il calendario prevede infatti che le discussioni siano spalmate su tre giorni. L’atto mantello, già approvato dal Consiglio degli Stati lo scorso settembre, riunisce le revisioni di varie leggi. Punta a garantire la fornitura di elettricità a lungo termine, evitando penurie e conseguenti blackout tramite il potenziamento della produzione di corrente "verde", così da ridurre la dipendenza dall’estero, specie in inverno.

Dopo le prime decisioni cadute ieri, che hanno riguardato ad esempio la tutela assoluta di biotopi e riserve di uccelli, la sospensione delle disposizioni attuali sui deflussi residuali minimi e gli obiettivi futuri per la produzione di elettricità da fonti pulite, in mattinata il plenum ha affrontato il capitolo edifici.

Costruzioni nuove e rinnovamenti

Riguardo all’applicazione di pannelli solari sugli immobili, la Camera del popolo ha scelto una via di mezzo, proposta da Jacqueline de Quattro (Plr/Vd). Questi dovranno essere installati sulle costruzioni nuove e in caso di rinnovamenti importanti. La commissione preparatoria avrebbe voluto estendere l’imposizione anche agli edifici già esistenti con una superficie superiore a 300 metri quadrati (fatto eccetto per quelli abitativi), ma è stata sconfitta per 159 a 32.

La destra – come Governo e Stati – puntava invece a confermare il diritto vigente, che prevede impianti solari unicamente per gli stabili nuovi con una superficie determinante di oltre 300 metri quadrati. "Economia e proprietari non vogliono troppi obblighi, sarebbe controproducente e costoso", ha avvertito Christian Imark (Udc/So), mentre il consigliere federale Albert Rösti, presente in aula, si è detto preoccupato del giudizio popolare su questo punto in un eventuale scrutinio federale. Al voto la soluzione de Quattro si è però imposta ancora (103 a 87).

Un’altra minoranza, di stampo ecologista, avrebbe al contrario preferito spingersi più in là e veder sorgere i pannelli sui tetti o le facciate di tutti gli edifici, sia nuovi sia esistenti, ma a sua volta non ha avuto chance in fase di votazione. "C’è molto potenziale in questo ambito", ha cercato di convincere i colleghi Kurt Egger (Verdi/Tg).

Confederazione e Cantoni da esempio

Inoltre, visto che Confederazione e Cantoni dovranno assumere un ruolo esemplare in materia di efficacia energetica, saranno dotati di pannelli gli spazi che vi si prestano delle infrastrutture dell’Amministrazione federale e delle imprese parastatali. L’esecutivo disciplinerà le eccezioni.

Il Nazionale intende poi coprire entro il 2030 con tetti dotati di impianti in grado di sfruttare l’energia del Sole i nuovi parcheggi all’aperto permanenti di grandi dimensioni (più di 250 metri quadrati). Ha sostenuto così una proposta di Lorenz Hess (Centro/Be).

Ulteriori provvedimenti riguardanti il miglioramento dell’efficienza sono invece stati respinti, come già successo durante il passaggio del dossier agli Stati. Niente da fare dunque per l’obbligo di sostituire i riscaldamenti e i boiler elettrici che la sinistra voleva inserire nella legge, così come per quello di installare sistemi intelligenti di controllo del riscaldamento nelle residenze di vacanza, perorato dalla maggioranza della commissione ma murato (per 102 a 90) dal campo borghese.

Progetti prioritari

Tra le decisioni successive, il plenum, come gli Stati, ha dato la priorità a 15 progetti di centrali idroelettriche già definiti nel quadro dell’espansione delle fonti energetiche indigene. Fra questi figura l’innalzamento della diga del Lago del Sambuco con l’annesso l’ampliamento della centrale di Peccia, sul territorio del comune di Lavizzara.

Per assicurare che vengano portati a termine il più rapidamente possibile, le procedure saranno accelerate. L’interesse alla realizzazione avrà fondamentalmente la precedenza su altri di importanza nazionale. L’obiettivo di tutto ciò è rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento durante la stagione invernale: entro il 2040 bisognerà aumentare la produzione di corrente da rinnovabili di almeno 6 terawattora.

Sarà inoltre creata una base legale per una riserva di energia. I gestori di centrali idroelettriche ad accumulazione di grandi dimensioni saranno obbligati a partecipare alla sua costituzione.

Altro tema abbordato è stato quello del mercato dell’elettricità: sul tavolo c’era una proposta di apertura completa, che però, imitando quanto già fatto dai "senatori", i deputati hanno scartato. Solo i consumatori finali con un consumo annuo superiore a 100 megawattora continueranno quindi ad aver accesso al libero mercato. Un’estensione di tale diritto a tutti, che compariva nel disegno originale del Consiglio federale, è stata sostenuta unicamente dal PLR.

La discussione proseguirà come detto domani con i due "blocchi" finali. Si tornerà in particolare a parlare di nucleare, con l’Udc che rispolvererà questo suo vecchio cavallo di battaglia tentando di abolire il divieto assoluto per la costruzione di centrali atomiche attualmente in vigore.

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