Rimane fermo all’1,25% l’indicatore che serve a determinare le pigioni in Svizzera. Ma gli esperti si attendono un aumento nei prossimi mesi
Berna – Il tasso ipotecario di riferimento non cambia ancora, malgrado l’inflazione: l’indicatore che serve a determinare le pigioni degli appartamenti in affitto in tutta la Svizzera rimane all’1,25%, ha indicato oggi l’Ufficio federale delle abitazioni (Ufab). Si resta quindi al livello più basso di sempre, in vigore dal marzo 2020, ma secondo gli esperti l’aumento è solo rimandato.
Visto che non vi sono cambiamenti dall’ultimo rilevamento non sussiste il diritto ad aumenti o a diminuzioni dell’affitto, spiega l’Ufab. Se però un contratto di locazione prevede attualmente una pigione non stabilita secondo il tasso di riferimento vigente può essere chiesto un ribasso. Inoltre il diritto a un adeguamento può derivare da variazioni di costo legate all’inflazione e ai costi di manutenzione.
Pubblicato a scadenza trimestrale, il tasso d’interesse di riferimento è basato su un tasso d’interesse medio dei crediti ipotecari svizzeri, ponderato secondo il volume dei prestiti. Viene calcolato in quarti di punto percentuali.
Il tasso d’interesse medio riferito al 31 dicembre 2022 è salito all’1,33%, a fronte dell’1,18% del trimestre precedente. Con l’arrotondamento commerciale, il tasso d’interesse di riferimento, determinante sotto il profilo del diritto della locazione, si conferma così all’1,25%. Rimarrà a questo livello – detenuto dal 3 marzo 2020, dopo che dal 2 giugno 2017 era all’1,5% – finché il tasso d’interesse medio non scenderà sotto l’1,13% o non supererà l’1,37%.
Dal settembre 2008 in tutta la Svizzera il tasso ipotecario di riferimento è stato unificato e ha sostituito quello precedentemente determinante nei singoli cantoni per le ipoteche a tasso variabile. Il tasso è partito con il livello massimo del 3,5% e ora, come indicato, è al minimo dell’1,25%.
Secondo gli analisti di diverse banche e istituti è però solo questione di tempo: l’indicatore è destinato ad aumentare, se non in giugno nel prossimo autunno. Ne deriverà una fase generalizzata di aumento degli affitti. Gli esperti di Ubs prevedono che se il tasso d’interesse di riferimento per i mutui dovesse arrivare al 2,5% nei prossimi anni – in un certo senso quindi normalizzandosi, visti i tassi ipotecari – le pigioni potrebbero salire di circa il 20% entro il 2025, a dipendenza dell’inflazione.