A parlare è l’Unione dei trasporti pubblici: il limite dei 30 km/h dappertutto e senza eccezioni creerebbe problemi e costi per tram e bus
L’Unione dei trasporti pubblici si oppone alla generalizzazione del limite dei 30 km/h negli agglomerati, come richiesto dall’Unione delle città svizzere. Il suo direttore teme infatti un aumento dei costi per il settore.
"Non siamo contro i 30 km/h in sé – spiega il direttore dell’Unione dei trasporti pubblici Ueli Stückelberger oggi in un’intervista rilasciata alle testate svizzero-tedesche del gruppo Tamedia –, ma contro la loro introduzione dappertutto e senza eccezioni".
Stuckelberger ritiene il limite appropriato su diverse strade di quartiere, mentre su altre la priorità – a suo avviso – deve essere data a tram e bus. Questi mezzi pubblici sarebbero costretti a viaggiare più lentamente. Sarebbero quindi necessari più veicoli, il che provocherebbe un incremento dei costi, ha aggiunto. I trasporti pubblici devono restare attrattivi per garantire una mobilità urbana sostenibile, ha precisato ancora il responsabile dell’Unione dei trasporti pubblici. Qualora si ritrovassero bloccati negli ingorghi a causa del limite fissato a 30 km/h, ciò non avrebbe alcun senso.
L’Unione delle città svizzera aveva chiesto in dicembre una generalizzazione dei 30 km/h al fine di ridurre il rumore. Sulle piccole strade di quartiere, un tale limite è oggi ben accolto. Nel 2018, il Tribunale federale ha inoltre ammesso, tramite un esame caso per caso, la possibilità di passare ai 30 km/h nelle città, comprese le strade principali. Tale decisione è stata di recente confermata dal Consiglio federale.