Lo rivela il rapporto pubblicato dall’Ufag, da cui emerge che importanti per la popolazione sono il rispetto per gli animali e la sicurezza alimentare
La famiglia rimane la colonna portante dell’agricoltura elvetica, un settore – sempre più portato al "biologico" – che gode tra l’altro fra la popolazione di un’immagine positiva, specie in relazione alla sicurezza alimentare in tempi di crisi.
È quanto emerge dal rapporto in materia pubblicato oggi dall’Ufficio federale dell’agricoltura (Ufag), da cui risulta anche un lieve calo dell’autoapprovvigionamento dovuto all’aumento della popolazione.
Da un’indagine dell’Istituto di ricerca gfs-zürich che ha coinvolto 700 persone, precisa un comunicato odierno dell’Ufag, risulta che nove persone su dieci credono che i contadini s’impegnino a produrre ciò che i consumatori desiderano.
Secondo gli interpellati, i compiti più importanti dell’agricoltura elvetica sono: una detenzione rispettosa delle esigenze degli animali, la sicurezza alimentare in tempi di crisi e la produzione di derrate alimentari.
Rispetto all’ultimo sondaggio del 2018 è soprattutto l’approvvigionamento in tempi di crisi ad avere acquisito una valenza maggiore. La maggior parte degli interpellati auspica inoltre un’agricoltura più competitiva e in grado di produrre a costi meno elevati.
Dal Rapporto agricolo 2022 si constata che, per la prima volta dopo diversi anni, il numero di occupati in questo settore è tornato a crescere. Attualmente, 150’200 persone si guadagnano da vivere lavorando la terra. Più della metà è impiegato a tempo parziale. La famiglia contadina rimane la colonna portante: più di tre quarti dei lavoratori sono membri della famiglia del capoazienda.
La percentuale di aziende agricole gestite da donne è in leggero aumento. L’incremento maggiore relativo al numero di capiazienda di sesso femminile si registra nelle piccole aziende.
Nel 2021, il numero di aziende agricole, in costante diminuzione a causa del cambiamento demografico ed economico, si è attestato a 48’864 unità. Tuttavia, con una flessione dell’1% si constata che la curva si sta appiattendo.
Per quanto attiene all’autoapprovvigionamento, con l’attuale portafoglio di produzione la Svizzera raggiunge un grado lordo del 56% e netto del 49%. Il più alto grado di autoapprovvigionamento (Gaa) si registra nel settore del latte e dei latticini, dove la produzione copre regolarmente oltre il 100% del fabbisogno interno. Gli oli e i grassi vegetali presentano invece il Gaa più basso, pari soltanto al 24%.
Se si considerano tutte le derrate alimentari si registra un lieve calo del Gaa. Il motivo? La popolazione è cresciuta più della produzione alimentare. A questo proposito va citato che nel 2021 l’estate umida ha inciso in particolare sul raccolto di cereali.