Il Consiglio federale vuole rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento e punta sulle ‘rinnovabili’ indigene. Previsto un ‘supplemento invernale’.
Berna – In Svizzera è necessario un forte e tempestivo potenziamento della produzione indigena di corrente da fonti rinnovabili. Ne è convinto il Consiglio federale, che oggi ha adottato il messaggio relativo alla legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili.
Il progetto - che comprende la revisione della legge sull'energia e della legge sull'approvvigionamento elettrico - mira a rafforzare il potenziamento delle energie rinnovabili indigene e la sicurezza di approvvigionamento in Svizzera, con un attenzione particolare ai mesi invernali, ha spiegato in conferenza stampa la responsabile del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (Datec), Simonetta Sommaruga.
"Vogliamo che venga prodotta in Svizzera molta più energia pulita", ha detto la consigliera federale illustrando i punti del progetto, assicurando inoltre che il processo di "decarbonizzazione" - soprattutto a medio e lungo termine - proseguirà. A suo avviso, la legge è completa, estesa a più ambiti e include numerosi aspetti. "È importante procedere con il potenziamento: rafforzando la sicurezza dell'approvvigionamento, rafforziamo anche la posizione della Confederazione", ha affermato, aggiungendo che "non c'è tempo da perdere".
Per raggiungere gli obiettivi della Strategia energetica 2050 e della strategia climatica della Svizzera a lungo termine, ha indicato il Consiglio federale in un comunicato, "serve un'ampia elettrificazione dei settori trasporti e calore". Inoltre, in futuro l'utilizzazione e il potenziamento delle reti elettriche deve diventare più efficiente sotto il profilo dei costi.
Obiettivi vincolanti per il 2035 e il 2050
In futuro, ha auspicato Sommaruga, la legge federale sull'energia comprenderà obiettivi vincolanti per gli anni 2035 e 2050: vi figurano ad esempio il potenziamento della forza idrica e di altre energie rinnovabili, ma anche la riduzione del consumo di energia (e anche di elettricità) pro capite.
Il progetto presentato dalla consigliera federale vuole prorogare fino al 2035 gli attuali strumenti di promozione, che scadono nel 2022 e nel 2030. A pochi giorni di distanza da una discussione in materia del Consiglio nazionale durante la sessione appena conclusasi, l'Esecutivo ha citato oggi in particolare il sostegno tramite gare pubbliche per grandi impianti fotovoltaici, l'introduzione di contributi di investimento al posto del sistema di rimunerazione per l'immissione di elettricità (Ric) e la maggiore disponibilità finanziaria per i grandi impianti idroelettrici. Il finanziamento degli strumenti di promozione, ha evidenziato il Consiglio federale, si baserà anche in futuro su un supplemento rete pari a 2,3 centesimi/chilowattora.
I timori sull'approvvigionamento
Per quanto riguarda il capitolo approvvigionamento, il progetto pone le basi sia per garantire la stabilità della rete a breve termine, sia per fornire una maggior sicurezza di approvvigionamento a lungo termine pure nei mesi invernali. "Sappiamo che ci serve molta più corrente in inverno", ha detto la ministra dell'energia.
L'abbandono delle discussioni sull'accordo istituzionale con l'Unione europea ha complicato i piani: "Probabilmente anche l'accordo sull'energia elettrica non potrà più essere concluso in tempo utile", ha spiegato Sommaruga a nome del Consiglio federale, che ora ha coinvolto diversi attori - fra i quali Datec, Swissgrid e la Commissione federale dell'energia elettrica (ElCom) - per analizzare le conseguenze a breve e medio termine per la sicurezza di approvvigionamento e la stabilità della rete, nonché per valutare possibili misure supplementari per garantire tale sicurezza a breve termine.
Sull'eventualità di ricorrere all'energia proveniente dal carbone per garantire la stabilità della rete a breve termine, il direttore dell'Ufficio federale dell'energia, Benoît Revaz, non si è sbottonato: ha comunque ribadito che con Swissgrid e la ElCom si stanno valutando diversi scenari, "ma è chiaro che senza alcun accordo con l'Ue o con i Paesi limitrofi la situazione è più complessa", ha precisato.
Oltre al mancato accordo quadro, pure l'abbandono del nucleare pone qualche quesito a livello di energia: per raggiungere e garantire l'autosufficienza dell'approvvigionamento in Svizzera, è necessario un incremento di 2 TWh della produzione di elettricità neutrale sotto il profilo climatico - oltre all'aumento mirato della produzione di elettricità rinnovabile (valore da raggiungere entro il 2050: 39 TWh contro l'attuale 24,2) - a cui si possa fare capo in modo sicuro anche nei mesi freddi.
Il Consiglio federale intende finanziare questi tipi di impianti - in particolare i grandi impianti ad accumulazione - attraverso un "supplemento invernale": verrà riscosso dai consumatori un importo massimo di 0,2 centesimi/chilowattora, oltre all'introduzione di una riserva strategica per garantire disponibilità di energia anche verso la fine dell'inverno. "Tale riserva deve essere impiegata solo e unicamente se c'è il rischio di un'interruzione dell'approvvigionamento elettrico", ha sottolineato Sommaruga.
Apertura del mercato elettrico
Secondo Sommaruga, l'apertura totale del mercato elettrico - che consente modelli commerciali innovativi vietati nell'attuale regime di monopolio - rafforzerà la produzione di elettricità a partire dalle fonti rinnovabili.
I consumatori finali che producono la propria elettricità (cosiddetti prosumer), i produttori e i fornitori di energia elettrica ottengono così libertà importanti sotto il profilo economico. Tuttavia, ha chiarito il governo, "al fine di proteggere i piccoli consumatori - come le economie domestiche - da abusi di prezzo, anche in futuro verrà mantenuto il regime del servizio universale. In esso sarà offerto un prodotto elettrico composto esclusivamente da energia rinnovabile indigena".