La misura, indica la Segretaria di Stato dell'Economia, è stata comunque attuata in maniera efficiente. Stabile il numero di notifiche nel 2020
Introdotto a metà 2018, l'obbligo di annunciare i posti vacanti nei settori con alti tassi di senza lavoro non ha avuto effetti significativi sulla disoccupazione e sull'immigrazione. Tuttavia, indica la Segreteria di Stato dell'economia (SECO) in un rapporto, la disposizione è stata attuata in maniera efficiente. Il numero delle notifiche è rimasto stabile nel 2020, annata contraddistinta dal coronavirus.
L'anno scorso, comunica oggi la SECO, gli uffici regionali di collocamento (URC) hanno registrato 70'000 notifiche, per un totale di 162'000 posti di lavoro. Vi è però da ricordare che l'obbligo di segnalazione è stato sospeso per quasi dieci settimane in primavera a causa della pandemia.
Tenendo conto di tale interruzione temporanea, si ottengono valori simili al 2019. Si tratta di circa 17'000 posti per mese "attivo", precisa la SECO.
Nel 2020, la maggior parte degli impieghi notificati (66%) riguardava i settori dell'edilizia e dell'industria. Logicamente in forte calo invece quelli nell'alberghiero e nella ristorazione, rami come noto colpiti duramente dalle restrizioni imposte dalle autorità per contenere il virus.
Facendo un passo indietro e tornando alle valutazioni che riguardano la fase introduttiva dell'obbligo (da luglio 2018 a fine 2019), dal secondo rapporto di monitoraggio della SECO emerge che l'attuazione è stata efficiente e conforme alla legge. In merito alle scarse ripercussioni su disoccupazione e immigrazione, nella relazione si sottolinea come questa sia una misura strutturale relativamente recente, nata in una fase in cui il tasso dei senza lavoro era modesto.
Il meccanismo ha inoltre funzionato meno bene nei settori caratterizzati da impieghi a breve termine o da un alto grado di stagionalità, come l'agricoltura e i rami alberghiero e della ristorazione. In questi campi ci sono state tendenzialmente maggiori difficoltà nel collocare le persone, mette in risalto la SECO.
Studi esterni commissionati dalla Confederazione hanno suggerito potenziali soluzioni per perfezionare lo strumento. Ad esempio, è stato consigliato di migliorare la cooperazione fra Cantoni, così come il funzionamento della cosiddetta "Job-Room", dove chi cerca lavoro può candidarsi per un impiego cinque giorni prima che venga pubblicizzato.
Dal canto suo il Consiglio federale, che oggi ha pure diramato una nota per commentare il rapporto, ha fatto sapere di aver incaricato il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) di elaborare, insieme al Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR), una sintesi dell'attuazione di tutte le misure adottate per promuovere il potenziale di manodopera residente. Il documento dovrebbe essere sottoposto al governo entro il primo trimestre 2024.
L'obbligo di annuncio dei posti vacanti agli URC è un elemento centrale dell'applicazione dell'iniziativa "Contro l'immigrazione di massa" dell'UDC. Inizialmente valeva per le professioni con una quota di disoccupati di almeno l'8% in tutta la Svizzera, tasso poi portato dal 2020 al 5%.