Svizzera

Luce verde dal Nazionale a 2,3 miliardi per l’esercito

La Camera del popolo approva il credito, inferiore di 400 milioni rispetto allo scorso anno. Il dossier va al Consiglio degli Stati.

Il capo dell’esercito Thomas Süssli durante il dibattito odierno al Consiglio nazionl
(Keystone)
8 giugno 2021
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Berna – Le forze armate svizzere dovrebbero ricevere quest'anno 2,3 miliardi di franchi. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale approvando, con l'opposizione della sinistra, il Messaggio sull'esercito. L'oggetto passa ora agli Stati.

Grazie al finanziamento richiesto, inferiore ai 2,7 miliardi stanziati un anno fa per il 2020, il governo intende ampliare i sistemi di condotta e di comunicazione, migliorare la mobilità, proteggere più efficacemente i militari, adeguare l'infrastruttura logistica alla prontezza più elevata e modernizzare le infrastrutture d'istruzione.

Quali minacce alla sicurezza?

Nel dibattito d'entrata in materia Léonore Porchet (Verdi/Vd) ha fortemente criticato gli investimenti previsti nell'esercito. I principali rischi evidenziati dal dipartimento della difesa (Ddps) nel Rapporto sulla politica di sicurezza 2021 sono gli attacchi informatici, la disinformazione, il terrorismo, le catastrofi e le situazioni di emergenza, ma anche le conseguenze della migrazione. Per quanto riguarda i conflitti armati, il rapporto dice chiaramente: "a breve e medio termine è improbabile una minaccia militare diretta mediante un attacco terrestre contro il nostro Paese". Non si capisce quindi bene perché si vogliano spendere milioni per contrastate un eventuale attacco al suolo la cui probabilità è definita come non plausibile dallo stesso Ddps, si è chiesta la vodese.

«L'esercito è lo strumento centrale e principale per gestire conflitti che, a causa della loro intensità e diffusione, possono compromettere l'integrità territoriale, il funzionamento delle infrastrutture critiche, la sicurezza della popolazione e l'esercizio dello Stato di diritto», ha replicato Rocco Cattaneo (Plr) che ha definito il messaggio «ben equilibrato e strutturato». Per il ticinese l'esercito nei prossimi anni dovrà comunque «focalizzare le proprie risorse e capacità verso possibili forme di conflitto ibride, sia in caso di difesa in un conflitto armato, sia nel contesto di aiuti e di sostegno sussidiario in favore delle autorità civili».

L'esercito deve continuare a svilupparsi per affrontare le minacce e i pericoli esistenti e futuri. «Per la pandemia di covid-19 era pronto perché ha saputo conservare le competenze necessarie», ha aggiunto Jean-Luc Addor (Udc/Vs) a nome della commissione. «Dobbiamo continuare su questa strada», ha insistito il vallesano.

Anche pannelli solari

Nel dettaglio, il credito è così suddiviso: 854 milioni per il programma d'armamento, 772 milioni per l'acquisto di materiale destinato all'esercito e 628 milioni per gli immobili del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (Ddps).

Per la prima volta, inoltre, il messaggio si pone anche il problema dell'efficienza energetica dei suoi investimenti. L'obiettivo è produrre ancora più energie rinnovabili, ha affermato la consigliera federale Viola Amherd. Le forze armate si sono poste l'obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 40% entro il 2030 rispetto al 2001. Ad esempio, il programma degli immobili contempla l'installazione di pannelli fotovoltaici su una superficie totale di 18'000 metri quadrati, distribuiti su tredici siti.

Il messaggio prevede anche 178 milioni da destinare all'estensione della rete di controllo svizzera. I siti considerati importanti per le operazioni, ma non collegati, verranno integrati nella rete. L'equipaggiamento dei centri di calcolo e l'infrastruttura di comando delle Forze aeree saranno rinnovati con budget rispettivi di 79 milioni e 66 milioni di franchi.

Previsto anche il miglioramento della mobilità delle truppe di terra. I veicoli del genio saranno rinnovati (360 milioni, contestati dalla sinistra) e i rimorchi sostituiti (66 milioni). Anche la protezione dei soldati sarà ottimizzata: l'equipaggiamento di protezione contro le armi nucleari, biologiche e chimiche acquistato negli anni '90 sarà sostituito (120 milioni).

Per quel che concerne l'infrastruttura logistica, a Burgdorf (BE) l'attuale officina verrà sostituita con un nuovo immobile (163 milioni). Sarà in grado di ospitare circa 2000 veicoli e 6000 palette di materiale. I siti di Frauenfeld (TG, 69 milioni) e Drognens (FR, 45 milioni), impiegati per l'istruzione, saranno ampliati.

È infine previsto un contributo alla costruzione del poligono di tiro di Sion (26 milioni) e alla ristrutturazione del centro di istruzione dell'Ufficio federale della protezione della popolazione ubicato a Schwarzenburg (BE, 34 milioni). Verranno anche acquistati simulatori per le armi multiuso a spalla (51 milioni).

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