Svizzera

Chiusura di un mese per ristorazione, tempo libero e cultura

Le misure scatteranno dal 22 dicembre e saranno valide fino al 22 gennaio. Esteso anche l'uso dei test rapidi. Deroghe con i cantoni con tasso Rt sotto 1

(Keystone)
18 dicembre 2020
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E alla fine si chiude, almeno per quanto riguarda  i bar e ristoranti e le strutture  per la cultura, il tempo libero e lo sport. Dal 22 Dicembre al 22 gennaio serrande abbassate dunque per bar, club, discoteche e sale da ballo per quanto riguarda la ristorazione e i locali pubblici. Chiude anche la cultura: stop ai musei, i cinema, le biblioteche, le case da gioco, i giardini botanici e gli zoo e altre strutture culturali e per il tempo libero. Restano inoltre le restrizioni agli orari di apertura, con i negozi che dovranno chiudere alle 19, la domenica, nonchè il 25 e 26 dicembre e l'1 gennaio.  Possibili deroghe per i cantoni in cui l'indice di riproduzione del virus si mantiene sotto l'1,00 per una settimana, così come l'incidenza. Il Consiglio federale ha inoltre esteso  l’impiego dei test rapidi per riuscire a testare un numero ancora maggiore di persone consentendoli anche alle persone asintomatiche.

'Prendiamoci cura gli uni degli altri'

La consigliera federale Simonetta Sommaruga ha lanciato un appello alla solidarietà reciproca, in vista delle feste che a causa delle misure porteranno molte persone a restare da sole. «Vorrei che ci guardassimo l'un l'altro, che fossimo lì l'uno per l'altro, che ci prendessimo cura l'uno dell'altro» ha dichiarato, aggiungendo che la Svizzera è forte «quando siamo solidali, quando tutti si impegnano e agiscono insieme»

'Aumento esponenziale dei casi'

Alain Berset ha ricordato che l'aumento dei casi in modo esponenziale, considerato il livello di contagi alto, è molto preoccupante, per cui l'obiettivo è di ridurre l'indice di riproduzione sotto l'1. «Non siamo al punto dove avremmo auspicato di essere» ha ripetuto Berset. «Gli ospedali da settimane sono al limite delle capacità e il personale è sotto pressione da mesi»

'Comprensori sciistici grossa responsabilità per i cantoni'

Nonostante la competenza per l'apertura delle stazioni sciistiche sia dei cantoni, Berset ha ricordato il rischio di dover far fronte a livello ospedaliero agli infortuni sugli scii, esortando dunque i cantoni ad attuare un comportamento responsabile. Berset ha inoltre precisato che anche i ristoranti nei comprensori sciistici saranno chiusi, così come i negozi.

'Le misure decise vanno molto in là'

Rispetto all'osservazione che da più parti, soprattutto dal mondo sanitario, è giunto l'appello a mettere in atto misure drastiche, Simonetta Sommaruga ha rivendicato il fatto che queste misure siano già molto incisive, ribadendo anche il fatto che è comunque il Consiglio Federale come organo politico a prendere le decisioni. Concetto ribadito anche da Alain Berset, che ha sottolineato come il sistema "a semaforo" con i tre livelli di rischio è di difficile applicazione in quanto prevede degli automatismi non sempre attuabili. Il Consiglio Federale ha comunque dei criteri per prendere delle decisioni politiche di cui si assume la responsabilità. 

Le misure in dettaglio

Chiusura dei ristoranti 

Le strutture della ristorazione devono chiudere. Non sono previste deroghe durante le  festività. Possono rimanere aperte soltanto le mense aziendali, le mense scolastiche della  scuola dell’obbligo e le strutture della ristorazione degli alberghi riservate ai propri ospiti.  Restano inoltre consentite la vendita di cibi e bevande da asporto e i servizi di consegna. 

Chiusura degli impianti sportivi 

Vengono chiuse le strutture sportive, segnatamente centri sportivi e palestre, piste di pattinaggio e piscine. La pratica dello sport all’aperto è consentita in gruppi di  non più di cinque persone. Le squadre delle leghe professionistiche possono disputare  partite, ma senza spettatori. Sono ammesse le attività sportive, ad eccezione delle competizioni, e culturali di bambini e ragazzi che non hanno ancora compiuti i 16 anni. 

Chiusura delle strutture per la cultura e il tempo libero 

I musei, i cinema, le biblioteche, le case da gioco, i giardini botanici e gli zoo e altre strutture  culturali e per il tempo libero devono chiudere. È possibile svolgere attività culturali in piccoli  gruppi. Restano per contro vietate le manifestazioni con pubblico. Sono però ammesse  forme di manifestazioni alternative, per esempio quelle trasmesse on-line.

Ulteriore riduzione della capienza nei negozi 

L’afflusso di clienti nei negozi viene ulteriormente limitato. Il numero massimo di persone  consentito dipende dalla superficie di vendita liberamente accessibile. I negozi devono  applicare severi piani di protezione. Sono mantenute le restrizioni degli orari di apertura: i  negozi devono rimanere chiusi tra le 19 e le 6, così come la domenica e nei giorni festivi.  

Allentamenti possibili in singoli Cantoni 

I Cantoni che presentano un’evoluzione epidemiologica favorevole possono prevedere  allentamenti e decidere, per esempio, di aprire i ristoranti e gli impianti sportivi. I criteri per  poterlo fare sono, in particolare, il numero di riproduzione, che deve essere inferiore a 1, e  l’incidenza su sette giorni, che deve situarsi sotto la media svizzera.  

Raccomandazione: restare a casa 

La popolazione è invitata a restare a casa, a ridurre il più possibile i contatti sociali e a  rinunciare a viaggi e spostamenti non strettamente necessari.  

Il Consiglio federale vuole poter reagire rapidamente se nelle prossime settimane la  situazione dovesse continuare a peggiorare. Per questo motivo segue da vicino l’evoluzione.  Il 30 dicembre procederà a una valutazione intermedia e all’inizio di gennaio traccerà un  bilancio. 

La responsabilità delle stazioni sciistiche resta dei Cantoni 

I comprensori sciistici restano di competenza dei Cantoni. Il loro esercizio è però soggetto a  condizioni severe: la situazione epidemiologica deve permetterlo e devono essere garantite  sufficienti capacità negli ospedali, per il tracciamento dei contatti e per i test. Devono inoltre  essere elaborati severi piani di protezione la cui attuazione deve essere garantita. Se queste condizioni non sono adempiute non può essere rilasciata un’autorizzazione all’esercizio.  

I provvedimenti in sintesi:

Il Consiglio federale estende l’impiego dei test rapidi 

Per permettere alla popolazione di farsi testare ancora più facilmente, il Consiglio federale  estende l’impiego dei test rapidi. Allo scopo ha deciso una modifica dell’ordinanza 3 COVID 19 che entra in vigore il 21 dicembre.  

Attualmente sono riconosciuti soltanto i test antigenici rapidi eseguiti a partire da un tampone  nasofaringeo. In futuro nelle farmacie, negli ospedali, negli studi medici e nei centri di test  potranno essere eseguiti tutti i tipi di test rapido che soddisfano i criteri dell’Ufficio federale  della sanità pubblica (UFSP). 

Test rapidi anche in assenza di sintomi 

I test rapidi potranno inoltre essere eseguiti anche su persone senza sintomi riconoscibili che  non soddisfano i vigenti criteri di test dell’UFSP. Potranno essere per esempio integrati quale  protezione supplementare nei piani di protezione delle case per anziani, degli alberghi o sul  posto di lavoro. Un risultato negativo è riferibile soltanto al giorno del test. Finora i test rapidi  erano consentiti soltanto a persone con sintomi, a persone che avevano ricevuto una  segnalazione dall’app SwissCovid o nel quadro di indagini sui focolai disposte dalle autorità  competenti. 

Persone o istituzioni che svolgono test rapidi al di fuori dei criteri di test devono sostenerne i  costi. Chi risulta positivo, dovrebbe sottoporsi immediatamente a un test PCR di conferma. Il  motivo risiede nella maggior probabilità dei test rapidi di produrre risultati falsi positivi. I costi  del test PCR di conferma sono assunti dalla Confederazione. 

I test rapidi non sono un’alternativa alle regole d’igiene e di comportamento I test rapidi non sostituiscono le regole d’igiene e di comportamento dell’UFSP. Lavarsi le  mani, tenersi a distanza, portare la mascherina e ridurre i contatti sociali restano misure  fondamentali per proteggersi dal contagio e combattere l’epidemia.

Prorogato il lavoro ridotto

A causa della situazione epidemiologica tesa e delle ulteriori restrizioni imposte alle attività economiche, il Consiglio federale ha deciso oggi di prorogare nuovamente, fino al 31 marzo 2021, le misure in materia di indennità per lavoro ridotto (ILR). Le relative modifiche dell'ordinanza COVID-19 entreranno in vigore il 1° gennaio 2021.

 

 

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