Il tasso è salito al 3,3% raggiungendo i livelli di aprile. In Ticino 3,4% ossia quasi l'uno percento in più rispetto a un anno fa
La disoccupazione in Svizzera è aumentata lievemente in agosto, raggiungendo a ogni modo un massimo pluriennale: il tasso dei senza lavoro è salito al 3,3%, contro il 3,2% di luglio. Si tratta del valore più alto registrato nell'ottavo mese dell'anno dal 2010. Su base annua l'incremento è stato di 1,2 punti, emerge dai dati pubblicati oggi dalla Segreteria di Stato dell'economia (Seco). In agosto il tasso è tornato a salire ai livelli di aprile, dopo essersi fermato al 3,2% in giugno e in luglio. L'apice dell'anno è stato osservato in maggio, con il 3,4%. Alla fine di agosto erano 151’111 le persone iscritte agli uffici regionali di collocamento (Urc), 2'241 in più in confronto a luglio. Ancora più consistenze è la crescita sull'arco dei dodici mesi, pari 51’559: concretamente in fila davanti agli sportelli vi erano oltre il 50% di persone in più.
In Ticino nel mese dedicato all'imperatore Augusto il tasso si è attestato al 3,4% (invariato rispetto a luglio e +0,9 in confronto a ad agosto 2019), nei Grigioni all'1,3% (-0,2 e +0,6%). I cantoni romandi rimangono i più colpiti dalla disoccupazione. Con un tasso del 5,2% il primato negativo spetta a Ginevra (+0,1 rispetto a luglio e +1,4 su base annua), seguito da Giura (5,1%), Neuchâtel (4,9%), Vaud (4,7%) e Basilea Città (4,0%). Con un tasso dello 1,1% Appenzello interno è invece il cantone con meno disoccupati. Il Ticino è al nono posto fra i più toccati dal problema, mentre i Grigioni sono al terzo rango nella graduatoria dei meno colpiti. In termini assoluti, da Airolo a Chiasso si contano 5'839 disoccupati (+29 mensile, +1627 annuo), mentre nelle valli retiche la cifra è di 1405 (-214 e +633).
Tornando all'ambito nazionale, dai dati pubblicati dalla Seco emerge anche che il numero di giovani (15-24 anni) disoccupati è aumentato di 2446 unità (+14%) rispetto a luglio a un totale di 20'341, cioè 7199 persone in più (+55%) che un anno prima. Il tasso per questa fascia di età si è attestato al 3,9%, in crescita di 0,5 punti su base mensile e di 1,4 punti su base annua. I lavoratori ultra 50enni sono al 2,9% (invariato mensile, +0,9 annuo). I disoccupati di lunga durata (cioè quelli iscritti agli URC da oltre un anno) erano 23'807, il 75% in più di dodici mesi prima: 622 giovani, 12'667 25-49enni e 10'448 ultra 50enni. Leggendo i dati in base alla nazionalità, gli svizzeri presentano una quota di senza lavoro del 2,4% (nessuna variazione mensile, +0,8 annuo), gli stranieri del 5,5% (+0,1 e +1,9). Per paese di provenienza, i tassi sono più elevati per i bulgari (11,4%), gli africani (10,9%) - che la Seco considera nel loro insieme - e i rumeni (8,7%). L'Ue è al 4,8%, l'Italia al 5,0%.
I dati diffusi dalla Seco si basano sulle persone effettivamente iscritte agli Urc. La definizione è quindi diversa da quella dei disoccupati ai sensi dell'Ufficio internazionale del lavoro (ILO), che opera attraverso sondaggi e che rende nota la sua stima trimestralmente: l'ultima disponibile - pubblicata a metà agosto - dà la disoccupazione in Svizzera nel secondo trimestre al 4,6%. Lo scarto fra i due dati - quello della Seco e quello ILO - suscita spesso acceso dibattito. Le quote di senza lavoro registrate dalla Seco sono comunque tradizionalmente basse: negli ultimi 20 anni il valore mensile più elevato è stato del 4,3%, osservato nel gennaio 2004. Va anche sottolineato come i dati sulla disoccupazione non tengano conto di coloro che hanno esaurito il diritto a ricevere le prestazioni e che ad esempio vivono di risparmi o si trovano a beneficio dell'assistenza.
Complessivamente, afferma ancora la Seco, le persone in cerca d'impiego registrate nel mese scorso erano 237’215, lo 0,6% in più rispetto a luglio e il 40% in più di agosto 2019. Tale cifra comprende, oltre ai disoccupati iscritti, le persone che frequentano corsi di riconversione o di perfezionamento, che seguono programmi occupazionali o che conseguono un guadagno intermedio. Il numero dei posti vacanti annunciati presso gli uffici di collocamento è pari 35'052 (-243 rispetto a luglio e -3426 rispetto ad agosto 2019).
Per quel che concerne la disoccupazione parziale, in giugno (ultimo dato disponibile) sono state colpite dal lavoro ridotto 488'312 persone, ovvero 402'578 in meno (-45%) rispetto al mese precedente. Il numero delle aziende interessate è diminuito di 57'583 unità (-52%), portandosi a 52'405. Il numero delle ore di lavoro perse è calato di 29’558’322 unità (-51%), portandosi a 28’374’970 ore. Nel corrispondente periodo dell'anno precedente (giugno 2019) erano state registrate 59'550 ore perse, ripartite su 1507 persone in 84 aziende: dai dati emerge con forza l'impatto della pandemia di coronavirus.
Sempre in giugno i senza lavoro che hanno esaurito il diritto alle prestazioni dell'assicurazione contro la disoccupazione sono stati 25. Il numero così basso è dovuto al periodo di validità dell'ordinanza del Consiglio federale sul Covid-19, che ha concesso a tutti i disoccupati 120 indennità giornaliere supplementari.