Svizzera

Internati senza aver infranto la legge: 60mila in Svizzera

È la conclusione cui è giunta la Commissione peritale indipendente che ha preso in esame la questione per quanto riguarda il secolo scorso

Uno dei documenti passati al vaglio (Keystone)
2 settembre 2019
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Nel corso del secolo scorso, almeno 60mila persone (da 20 a 40mila tra il 1930 e il 1981) sono state internate in circa 650 istituti in Svizzera senza aver violato alcuna legge sulla base di una decisione amministrativa.

È la conclusione cui è giunta la Commissione peritale indipendente (Cpi) per gli internamenti amministrativi per la quale hanno lavorato circa 40 ricercatori dal 2014 e i cui risultati sono stati presentati oggi ai media.

Sulla base di ricerche d'archivio e interviste, la Cpi è giunta inoltre alla conclusione che i traumi subiti da queste persone, considerate pericolose per il loro stile di vita e respinte ai margini della società, non solo hanno rafforzato la loro esclusione sociale, ma in alcuni hanno avuto effetti deleteri anche sui discendenti.

Poveri dissoluti

Le persone senza un lavoro fisso o che vivevano in un ambiente personale e familiare sfavorevole rischiavano il collocamento coatto in istituti. Più a rischio erano i membri di gruppi socialmente discriminati, come gli Jenisch o i figli illegittimi, nonché le persone che entravano in conflitto con le autorità.

Nel secondo dopoguerra gli internamenti hanno colpito soprattutto i giovani che si ribellavano alle pratiche educative repressive o agli abusi negli istituti. Dalle ricerche emerge che tali provvedimenti venivano spesso decisi da gruppi socialmente privilegiati.

Legislazione eterogenea

Ogni Cantone aveva una propria legislazione che permetteva alle autorità di internare le persone, sebbene non avessero commesso alcun reato. Le prime norme al riguardo furono emanate a partire dalla metà del XIX, spesso in concomitanza con la fondazione di istituti di lavoro in cui venivano rinchiuse le persone colpite da povertà o accusate di essere scansafatiche, oppure perché colpite dal marchio infamante dell'"alcolismo" o della "prostituzione". L'idea di fondo era di prevenire stili di vita indesiderati e non conformi alle norme della società borghese.

Nel 1981 il sistema degli internamenti amministrativi è stato sostituito dalla "privazione della libertà a scopo d'assistenza". Benché la nuova regolamentazione nell'ambito del Codice civile abbia limitato il campo di applicazione e migliorato la protezione giuridica delle persone interessate, non si può parlare di una cesura assoluta.

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