Svizzera

Lotta alla mafia: 'Mezzi insufficienti'

Il deputato Udc Marco Chiesa accende i riflettori sul Ministero pubblico della Confederazione e sollecita il governo a dare spiegazioni

Gli uffici a Lugano (Ti-Press)
4 giugno 2019
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 Riflettori puntati ancora una volta sul Ministero pubblico della Confederazione (Mpc). E' il consigliere nazionale, nonché vice presidente dell'Udc svizzera, Marco Chiesa ad attirare l'attenzione del Consiglio federale dopo le esternazioni dell'ex procuratore generale John Noseda e di uomini e donne al fronte della lotta alla criminalità organizzata. Per il deputato ticinese premono varie domande cruciali. La prima? L'organizzazione dell'Mpc è inadeguata a combattere il crimine organizzato? 

Secondo l'ex pg Noseda, rimarca Chiesa, il Ministero pubblico della Confederazione è "organizzato malissimo". A inibire gli sforzi degli inquirenti ticinesi sarebbe l’eccessiva burocrazia della Procura federale. "L'Mpc ha una pletora di funzionari e magistrati che a livello di produttività è sottozero, perché hanno un’organizzazione molto farraginosa, tipica di tutte le centralizzazioni", queste le parole riportate nel servizio del Quotidiano del 24 maggio e nell’articolo de 'laRegione' del 25 maggio che rendicontava una serata pubblica sul tema.

Il giornalista Lepori, ripecorre ancora il parlamentare, nel suo intervento di presentazione della serata ha anch'egli affermato che le autorità hanno sottovalutato i pericoli di un’infiltrazione mafiosa, in particolare della ’ndrangheta calabrese, nel tessuto economico del nostro cantone. La criminalità organizzata si è insinuata in ogni ambito economico, non solo nel riciclaggio, ma anche nel settore delle costruzioni, dell’immobiliare, del commercio. Secondo Alessandra Cerretti, procuratrice della Direzione distrettuale Antimafia di Milano, "uno degli errori principali che si commettono è pensare che la mafia sia un fenomeno che non riguarda il Norditalia o il Ticino". "Da noi queste organizzazioni trovano terreno fertile per i propri scopi, ha puntualizzato a sua volta il procuratore federale Mastroianni, ma non solo in Ticino, anzi. È forte la presenza della ’ndrangheta in particolare nella Svizzera tedesca. Proprio nei giorni scorsi, un collaboratore di giustizia in Italia ha detto che il tedesco è la seconda lingua della ’ndrangheta».

E si arriva agli interrogativi. Molti indizi, rilancia Chiesa, rischiano di fare una prova e in questo caso le dichiarazioni degli uomini al fronte puntano dirette all'organizzazione e alla conduzione dell'Mpc. Il governo federale, solecita, può affermare che le risorse umane, tecniche e logistiche messe in campo per contrastare questo fenomeno sia adeguate? I procuratori a capo di grandi inchieste che hanno lasciato l'Mpc sono stati debitamente sostituiti con inquirenti di pari esperienza e di pari grado? Nel rendiconto del Ministero 2018 si parla di 10 atti d’accusa depositati in generale nel 2018 a fronte di 21 nel 2017, questo dato è sufficiente? Corrisponde al vero che la presenza dell'’ndrangheta sia particolarmente forte in Ticino e in Svizzera interna?

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