Le zone ciclo-pedonali vanno pianificate secondo criteri ben precisi, afferma l'Ata. L'associazione ha pubblicato un prontuario destinato ai comuni.
Lo spazio pubblico si fa scarso, i conflitti tra pedoni e ciclisti aumentano. Lo scrive l'Associazione traffico e ambiente (Ata), riscontrando l'urgenza e la necessità d'intervenire. Come? Con zone miste create in base a criteri ben precisi, qualora non dovesse essere possibile separare il traffico ciclo-pedonale. L'Ata ha preparato un documento che mira a sostenere i comuni nell'introduzione del traffico misto.
Senza contromisure durante la pianificazione, i conflitti tra pedoni e ciclisti si intensificheranno, constata l'Ata sulla base di diverse indagini. L'associazione ambientalista chiede anzitutto più spazio per pedoni e ciclisti. Se si costruiscono più corsie per le automobili, l'Ata ritiene logico che nelle città e negli agglomerati urbani si creino anche una rete continua di piste ciclabili e pedonali.
L'apertura di aree pedonali per la circolazione delle biciclette dovrebbe rimanere un'eccezione. Le persone anziane, in particolare, si sentono insicure soprattutto nelle zone miste a causa dei ciclisti, osserva l'Ata. Le loro esigenze, così come quelle di un numero sempre maggiore di e-biker e ciclisti, devono essere prese in considerazione.
I criteri e gli esempi sviluppati nel documento (www.verkehrsclub.ch/mischverkehr o www.ate.ch/trafic-mixte) hanno lo scopo di aiutare i comuni ad adottare misure adeguate a livello locale. Ad esempio, la velocità di pedalata dovrebbe essere ridotta sulle aree miste. Per le biciclette elettriche veloci, tuttavia, l'Ata chiede l'abolizione dell'obbligo di utilizzare le piste ciclabili in modo che possano circolare in strada. Questo alleggerirebbe la pressione sui tratti condivisi e sulle piste ciclabili.