Svizzera

Senza accordo quadro, accesso al mercato solo se serve all'Ue

È quanto prevede una direttiva interna alla Commissione europea risalente a una settimana fa

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Ue (Keystone)
17 gennaio 2019
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Quanto annunciato a metà dicembre dal commissario europeo Johannes Hahn è ora confermato per iscritto: secondo una direttiva interna della Commissione europea, in futuro in assenza di un accordo quadro con la Svizzera le intese di accesso al mercato saranno attualizzate solo se nell'interesse dell'Ue.

È quanto emerge da una missiva interna, riferisce oggi la 'Neue Zürcher Zeitung', scritto di Keystone-Ats ha una copia.

La direttiva, firmata da Martin Selmayr, segretario generale della Commissione Ue, e Clara Martinez, capo di gabinetto del presidente della Ue Jean-Claude Juncker, risale a una settimana fa, il 10 gennaio.

Il testo invita i direttori generali nonché i capi di gabinetto e di servizio, a non avviare "alcun nuovo negoziato" sui dossier che consentono alla Svizzera di accedere al mercato interno dell'Ue, sia per quanto riguarda nuove intese che per l'attualizzazione di quelle vecchie. Ad essere interessati sono gli accordi sulla libera circolazione delle persone, sull'agricoltura, sulle barriere non tariffarie e sui trasporti terrestri e aerei. Nella direttiva sono esplicitamente menzionate anche le decisioni sull'equivalenza borsistica, importanti per il settore dei servizi finanziari.

"I colloqui e i negoziati in corso vanno sospesi o rinviati fino a quando non sarà stato trovato un risultato soddisfacente per l'accordo quadro", si legge nella lettera. Eccezioni sono possibili solo in caso sussista un interesse superiore dell'Ue o un obbligo giuridico.

Già a metà dicembre scorso Hahn aveva escluso, parlando coi media, ulteriori trattative. Ieri il Consiglio federale ha avviato la procedura di consultazione sulla bozza di accordo. In primavera prenderà una decisione.

Rapporto del Consiglio federale

In un rapporto esplicativo pubblicato oggi, il Consiglio federale cerca di fare chiarezza sul tema: "per l'Ue non è fattibile sospendere o rinviare i negoziati (...) In futuro, negoziati istituzionali non saranno certo esclusi, ma necessiteranno da parte dell'Ue di un nuovo mandato negoziale, e non potranno partire prima della metà del 2020".

In questo caso, potrebbe essere necessario partire da zero. "Non c'è nessuna garanzia che l'Ue sia pronta a riprendere il progetto d'accordo esistente come punto di partenza per i futuri negoziati", scrive il governo.

Il Consiglio federale nel suo rapporto elenca le conseguenze negative in caso di bocciatura dell'intesa raggiunta: rottura dei negoziati in corso su dossier relativi ad argomenti come l'elettricità, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, così come la "reticenza a rinnovare il riconoscimento dell'equivalenza borsistica", che scade a fine giugno. Se gli accordi esistenti non vengono aggiornati regolarmente, esiste poi il rischio di incertezze giuridiche.

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