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‘Il futuro dei Rockets si decide nelle prossime ore’

A Bellinzona si cercano soluzioni dopo il no del Langnau. Il presidente del Cda Matteo Mozzini: ‘La nostra strategia dovrà cambiare’

Il tecnico biancorossonero Raffaele Sannitz
(Ti-Press)
8 marzo 2024
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A diffondere le prime voci era stata la Berner Zeitung, nell’articolo in cui si ventilava un accordo tra un Coira che ancora bussava alle porte della Swiss League e quel Langnau che fino all’altroieri affiancava l’Ambrì nel ruolo di partner dei Bellinzona Rockets. Dieci giorni dopo, quelle voci hanno trovato conferma, ora che la formazione grigionese allenata dai fratelli Jan e Reto von Arx, cresciuti entrambi nel Langnau, ha validato il ticket per la promozione. A Bellinzona, però, nessuno è caduto dalle nuvole. «No, certamente no», dice il presidente del Cda dei Rockets Matteo Mozzini, al termine di una stagione sportivamente non facile, segnata però dalla proficua collaborazione a livello di partnership con il club bernese. «Posso dire che abbiamo lavorato molto bene col Langnau, in cui abbiamo trovato un partner esemplare anche per trasparenza e correttezza – spiega Mozzini –. Del resto, il Langnau si è detto estremamente contento di quanto succedeva qui a Bellinzona, rallegrandosi a fine stagione per i notevoli progressi evidenziati dai ragazzi che erano da noi (cioè Liechti, Dukurs, Schwab e Felcman, ndr). Tanto che a dicembre avevamo ottenuto la conferma che avrebbero continuato la collaborazione con noi».

Invece…

«Invece a gennaio abbiamo cominciato a sentire che il vento stava girando, e c’era il sentore che forse stessero cambiando idea. Del resto, già un anno fa erano emerse voci riguardo a un possibile accordo tra Coira e Langnau, ma poi i grigionesi avevano rinunciato alla promozione e la cosa era naufragata. Col senno del poi, potrei immaginarmi che la collaborazione avviata con noi l’anno prima sia nata proprio dalla mancata promozione dei grigionesi. Poi, quando tre o quattro settimane fa ci siamo incontrati con i bernesi per discutere della futura stagione, i nostri dubbi sono diventati delle quasi certezze: c’erano segnali, o piccoli dettagli, che ci hanno fatto capire che malgrado il rispetto e la soddisfazione reciproca, la testa del nostro partner fosse già altrove».

A questo punto, quali sono gli scenari per i Bellinzona Rockets?

«Cerchiamo sempre di guardare alle cose con ottimismo. Abbiamo perso un partner importante, è vero, ma quando finisce una partnership decadono non solo i diritti bensì pure i doveri, ciò che ci permetterà di essere un po’ più liberi nel cercare forme di collaborazione meno vincolanti e più flessibili con altre squadre».

E l’Ambrì?

«Anche l’Ambrì, nostro azionista di minoranza, è cosciente che è davvero difficile riuscire a sostenere una squadra soltanto con il suo appoggio».

In altre parole?

«In altre parole il futuro dei Rockets lo si decide nei prossimi giorni. Ci sono delle scadenze, delle trattative: insomma c’è parecchia carne al fuoco, e dovremo vedere se cuocerà bene».

A questo punto, assume un peso ancor maggiore la decisione di non voler cambiare la propria posizione sul progetto Rockets presa dal Lugano a inizio gennaio.

«Quella da poco conclusa doveva essere una stagione di transizione, ed è chiaro che i nostri obiettivi erano altri – conclude Mozzini –. Credo che nessuno si renda conto di ciò che abbiamo fatto, perché abbiamo sì ottenuto la licenza di B, ma per il resto abbiamo dovuto costruire in un paio di mesi società e squadra partendo da zero, ed è stato un miracolo. E non solo ci siamo riusciti, ma siamo arrivati a fine stagione con i conti in salute: mille franchi in più o in meno, abbiamo chiuso con un pareggio, e per noi era quello il risultato più importante. Invece non siamo riusciti a far salire sul carro il Lugano, ed è stato quello, se vogliamo, il nostro insuccesso, nonostante fossimo fiduciosi che ciò potesse avvenire. In ogni caso, a quel punto la nostra strategia ha dovuto fare astrazione dal coinvolgimento del Lugano, e ora anche da quello del Langnau. Ed è ovvio che quella strategia dovrà cambiare, trovando un’altra concezione per un progetto che abbiamo rivisto in maniera sostanziale, e che scopriremo a breve se con una nuova direzione riuscirà a reggersi in piedi».

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