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‘Ci siamo migliorati di partita in partita’

La Svizzera conclude la Karjala Cup all’ultimo posto, con tre sconfitte e sole tre reti realizzate, contro la Repubblica Ceca di mezzo anche i ferri

Nemmeno Thürkauf è riuscito a superare Pavlat
(Keystone)
12 novembre 2023
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In questo momento non va fatto l’errore di vedere tutto nero. Il bilancio della Karjala Cup rimane in ogni caso insufficiente, in parte per le tre sconfitte entro il sessantesimo, ma soprattutto per le difficoltà offensive palesate. Andare a segno soltanto nella seconda metà della partita con la Svezia (comunque persa per 4-3), di cui due volte in superiorità numerica è decisamente troppo poco per una Nazionale che non nasconde ambizioni di medaglia mondiale. Il problema principale è la mancanza di alternative, gli sniper convocati per questo torneo erano soltanto due, Sven Andrighetto – infatti uno dei più pericolosi – e Lino Martschini, che però in ambito internazionale patisce particolarmente il fisico minuto. Ci sono poi giocatori a tutto campo come Ambühl, Bertschy e Thürkauf, mentre gli altri faticano a crearsi occasioni con regolarità. Tra i giovani Lehmann torna da Tampere con un bilancio indubbiamente positivo, mentre Schmid e Nussbaumer hanno faticato ad adattarsi al ritmo superiore. Pochi anche gli spunti dalla difesa, con un Kukan e un Berni particolarmente poco in luce.

Se poi contro la Repubblica Ceca, in una partita comunque inutile ai sensi della classifica, ci si mettono anche i ferri a dire di no a Heldner, Senteler e Simion è inevitabile doversi arrendere al solo punto di Lenc, nel primo tempo in superiorità numerica. La sfida si è poi sviluppata sui binari dell’equilibrio, ma in cui l’ha fatta da padrona la stanchezza. La Svizzera non ha mai mollato, arrivando a sfiorare (ma solo sfiorare) il pareggio a cinque secondi dal termine con Thürkauf. Peccato, perché altrimenti gli uomini di Fischer hanno per lunghi tratti fatto gioco pari a Finlandia, Svezia e Repubblica Ceca (che con tre vittorie sotto il debuttante selezionatore Radim Rulik ha subito messo in chiaro di voler puntare al colpo grosso, con i Mondiali 2024 in casa, a Praga e Ostrava), nazioni che comunque ci rimangono superiori e soprattutto più ricche di opzioni.

Il bilancio di Patrick Fischer è dunque prevalentemente negativo: «Ovviamente non siamo contenti delle prestazioni e dei risultati – osserva l’ex tecnico del Lugano ai microfoni della Rsi –, ma ci siamo migliorati di volta in volta. La partita contro la Finlandia non mi è piaciuta per niente a livello d’intensità, a partire da metà di quella con la Svezia abbiamo iniziato ad applicare il nostro gioco e ieri è andata bene. È vero che è solo preparazione, ma è anche importante vincere».

Tra un mesetto avremo l’appuntamento casalingo a Zurigo, un passo in avanti è richiesto a prescindere dai convocati e dal contesto.

All’Euro Hockey Tour fino al 2027

La buona notizia del weekend è il rinnovo del contratto con le altre tre nazioni per prendere parte all’Euro Hockey Tour fino alla stagione 2026-27, indipendentemente dalle decisioni riguardanti la Russia e un suo eventuale reintegro. «Siamo felici e orgogliosi di essere riusciti a rinnovare in anticipo questo accordo – commenta il Ceo della Federazione svizzera Patrick Bloch – in queste due stagioni siamo stati in grado di offrire un hockey attrattivo e di qualità. Ma non sono solo le ragioni sportive a essere state decisive, ma anche il fatto che anche fuori dal ghiaccio ci siamo creati il nome di partner affidabili». V.B.

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