
Cari lettori,
la giornata si apre con rivelazioni sorprendenti sui fondi accumulati nelle casse delle scuole ticinesi, un commento sull'antisemitismo e le sue radici, e un'analisi politica sulla candidatura di Bellinzona a Capitale culturale svizzera 2030, tra entusiasmi e perplessità.
Immaginate somme di denaro, nelle casse degli allievi delle scuole ticinesi, ingenti a tal punto da richiedere un decennio per essere ‘smaltite’. È la sorprendente realtà che, dopo una recente un'interpellanza parlamentare, emerge oggi dall'articolo di Giacomo Agosta, con cifre che in alcuni istituti superano il mezzo milione di franchi. Il governo stesso ammette l'esistenza di una cifra cospicua da restituire; ma con quali modalità? Ecco i dettagli di questa gestione opaca e le direttive per il futuro.
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Dopo la strage di Sydney, nel commento Roberto Antonini invita a riflettere sulla spirale d'odio che lega eventi internazionali e antisemitismo. Una riflessione profonda che esplora le radici storiche e le strumentalizzazioni politiche, ponendo interrogativi scomodi sull'empatia selettiva e la necessità di un gesto simbolico di fronte alla tragedia.
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Bellinzona Capitale culturale 2030: un sogno condiviso o un salto nel vuoto? La candidatura della capitale ticinese divide la politica locale. Mentre Plr, Sinistra e Centro sostengono con entusiasmo il progetto, vedendolo come un investimento strategico, altri partiti sollevano dubbi sul coinvolgimento solo parziale del legislativo, sulla trasparenza finanziaria e sulla reale capacità della Città di affrontare un impegno dal profilo anche gestionale e infrastrutturale. Marino Molinaro ci offre uno sguardo completo sul dibattito, le cifre e le aspettative.
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