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Discesa libera verso il lockdown?

A chiedere misure drastiche sono in tanti, dagli ospedali di Zurigo al mondo sanitario ai sindacati. E intanto il Covid entra ancora negli ospedali ticinesi

17 dicembre 2020
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Chiudere, disporre un lockdown, fare qualcosa prima che sia troppo tardi. Questo l'appello che ha tenuto banco per tutta la giornata di ieri: dagli ospedali di Zurigo, al personale sanitario, fino all'Unione Sindacale Svizzera, in tanti chiedono che il Consiglio federale prenda misure drastiche, prima che il sistema sanitario giunga al collasso. E alla ormai quasi disperata richiesta di un intervento deciso si unisce quella per la chiusura delle piste da sci, avanzata fra gli altri dal Canton Zurigo e, dalle nostre parti, del vice capo area medica dell'Eoc dr. Andrea Lepori, con una motivazione tanto drammatica quanto semplice: non è possibile assorbire negli ospedali anche gli eventuali, o meglio, inevitabili infortunati sulle piste da sci.

Ed è una valanga di contagi quella che ha investito, sempre ieri, le strutture sanitarie e assistenziali del Canton Ticino: 16 contagi alla clinica Santa Chiara di Locarno, l'intero decimo piano del Civico chiuso per Covid, contagi anche all'Ospedale Italiano. E se aggiungiamo anche i contagiati di Casa San Carlo a Locarno, il panorama appare decisamente gelido.

A chiudere la giornata, la notizia di un lutto nel mondo politico ticinese e svizzero: ci ha lasciati Flavio Cotti, già consigliere federale, deceduto a Locarno per le complicazioni del Covid.

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