EDUCAZIONE

Benessere nel piatto: una cosa da imparare

Educazione alimentare, materia fondamentale nella formazione dei cittadini di domani. All’insegna della salute e del rispetto reciproco

Le mani in pasta: condivisione e collaborazione durante le ore di educazione alimentare
(Depositphotos)

«Oggi a scuola abbiamo iniziato il corso di cucina!». Quante volte questa frase è risuonata nella casa di molte famiglie di adolescenti ticinesi. Arrivati in terza media, una nuova materia viene introdotta nella griglia oraria scolastica. Una materia che implica il fermarsi a scuola durante il pranzo, con una parte dei propri compagni. Si sta in compagnia "attorno ai fornelli", certo, ma ridurre questo momento d’apprendimento ad una mera lezione di cucina è riduttivo, per non dire fuorviante. Eppure, molto spesso queste 12 settimane di corso vengono ricondotte nell’immaginario comune ad una semplice pratica in stile "Masterchef", quasi fosse uno spazio di sviluppo di competenze pratiche, di "life skills" per insegnare ai ragazzi a cavarsela da soli quando andranno fuori casa. Ma le lezioni di "Educazione alimentare" (questa la denominazione corretta) sono molto di più.

Preparazione e condivisione del pasto: un momento significativo

Un’occasione per i ragazzi di condividere all’interno dell’istituto scolastico un momento informale, ma prezioso, dove poter commentare l’allenamento della sera prima, quanto successo nelle lezioni della mattinata oppure l’attesa risposta di una compagna su WhatsApp durante il fine settimana. Un momento di convivialità dove i telefoni sono assenti e la comunicazione avviene seduti attorno ad un tavolo; "come una volta" direbbero i nostalgici. Un momento educativo che per alcuni rappresenta una scena poco consueta, al seguito del quale assieme ai compagni e alle compagne si riordina, sempre con spirito di collaborazione e aiuto reciproco. Stesse caratteristiche che contraddistinguono la parte centrale della lezione, ovvero la preparazione del pasto. Le sfide delle diverse tecniche da apprendere, di una manualità sempre meno sviluppata in contesti informali e di un certo rigore, pur lasciando spazio alla creatività e alla possibilità di personalizzare una ricetta. Queste sono solo alcune delle competenze che si sviluppano grazie al curriculo di Educazione alimentare, una materia che però è ancora troppo spesso considerata superflua e a corollario di altre discipline giudicate "più importanti".


Depositphotos
Apprendere rigore e creatività in cucina

A pieno diritto nel quadro pedagogico cantonale e svizzero

Nel piano di studio della scuola dell’obbligo è possibile leggere la seguente introduzione: "L’alimentazione è un tassello fondamentale della quotidianità di ogni essere umano con cui ci si confronta anche a livello istituzionale già a partire dalla scuola dell’infanzia. L’atto del cibarsi non assume solo un valore in quanto soddisfazione di un bisogno primario, ma anche di presa di coscienza e di valorizzazione di un rituale nelle sue varie dimensioni".

È quindi sensato pensare che nella scuola dell’obbligo trovi spazio anche questa materia. E ciò non è affatto scontato. Guardando i Paesi attorno a noi, la dimensione d’educazione ad una corretta alimentazione viene spesso demandata alle mense scolastiche oppure all’iniziativa di singole/i docenti o istituti e il tutto viene spesso ridotto ai consigli nutrizionali, spesso modellizzati e sintetizzati nella piramide alimentare. La scelta, fatta nel contesto svizzero, di integrare l’Educazione alimentare nei piani di studio è vincente. Nella scuola media trova spazio come materia vera e propria, ma fin dalla scuola dell’infanzia, con il pasto consumato in comune, rappresenta un momento formativo importante per lo sviluppo armonioso dei bambini e delle bambine. Il coinvolgimento della scuola, in collaborazione con la famiglia, è uno dei perni delle direttive sull’Educazione alimentare elaborate dalla FAO. Anche una recente revisione della letteratura scientifica sull’insegnamento della materia nelle scuole elementari dal 1990 al 2018, ha messo in luce come questa sia una materia fondamentale nella formazione dei cittadini di domani.

Non solo cucina: salute, ambiente e cultura

Oltre alla preparazione dei pasti, nel programma di Educazione alimentare sono previsti momenti d’introduzione e approfondimento di alcuni contenuti, suddivisi in quattro ambiti: individuali, socio-culturali, socio-ambientali e operativi. Si parla di scelte alimentari in relazione alla salute e all’impatto che queste hanno sull’ambiente (un tema quanto mai attuale). Si affronta anche il tema del cibo come elemento culturale e identitario, sempre più importante per favorire una società accogliente e aperta alle differenze. Non mancano poi i momenti di confronto su queste tematiche, sempre con la massima attenzione al rispetto reciproco e a non imporre i propri valori sugli altri. Trascendendo la sola dimensione culinaria, le lezioni mettono allievi e allieve nella condizione di interrogarsi sulle proprie scelte, in un momento della propria vita, l’adolescenza, dove i valori familiari vengono rimessi in discussione. Le lezioni di Educazione alimentare diventano così un percorso di crescita comune attorno al tema dell’alimentazione e le sue profonde implicazioni. Alla luce di questa complessità di approfondimenti e competenze, appare altrettanto importante la preparazione disciplinare e pedagogica delle persone che sono chiamate ad insegnare questa materia a scuola.

Come si diventa docenti di Educazione alimentare?

Per diventare docenti di Educazione alimentare si possono seguire percorsi differenti. Di principio possono formarsi per questo compito specifico i docenti della scuola dell’obbligo, insegnanti di scuola dell’infanzia, di scuola elementare o docenti abilitati all’insegnamento in una o due discipline nella scuola media. Nel nostro cantone, il Dipartimento formazione e apprendimento della SUPSI eroga un Diploma of Advanced Studies della durata di un anno a tempo parziale, che assicura l’acquisizione delle competenze tecniche e specifiche della disciplina e della sua didattica. Recentemente l’accesso a questa formazione è stato aperto anche alle dietiste e ai dietisti diplomate/i, le iscrizioni per la prossima edizione del corso nell’anno accademico 2023/2024 sono già aperte e chiuderanno il 27 gennaio 2023.

In collaborazione con il Dipartimento formazione e apprendimento

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE