EDUCAZIONE

La democrazia si coltiva da giovani

Vivere e apprendere la democrazia e la cittadinanza a scuola. Competenze fondamentali e itinerari nel nostro cantone

Come dimostrano i drammatici eventi di questi ultimi anni e giorni, le democrazie moderne sono confrontate con sfide complesse, variabili e profonde. Viviamo in un mondo sempre più complesso e interconnesso, in cui sfide e problemi richiedono collaborazione e soluzioni condivise. Ma fino a che punto siamo in grado di leggere e comprendere i fatti dell’economia, della politica e della società più in generale? Come possiamo contribuire attivamente allo sviluppo della nostra democrazia? E, soprattutto, come possiamo preparare le future generazioni di cittadine e cittadini ad affrontare consapevolmente e responsabilmente queste e simili sfide?

Essere dei ‘buoni’ cittadini

Per rispondere a queste domande possiamo partire dal presupposto che qualsiasi Paese democratico abbia bisogno di cittadini e cittadine liberi, correttamente informati e convinti dei valori della democrazia, aperti al dialogo e al confronto con tutti, e disposti a partecipare attivamente e responsabilmente alla vita della comunità. Possiamo quindi affermare che per essere dei "buoni" cittadini servano queste qualità e che quando queste qualità vengono a mancare la democrazia stessa è messa a rischio.

La scuola come luogo di preparazione dei cittadini e delle cittadine di domani

Il nostro primo "luogo" di formazione e socializzazione naturale è la famiglia. Il secondo è la scuola. A scuola e negli istituti di formazione i giovani trascorrono per molti anni la maggior parte del proprio tempo quotidiano. In questo contesto, oltre ad apprendere le competenze di singole discipline, essi acquisiscono e sviluppano una panoplia di comportamenti e competenze sociali che permettono loro di convivere e relazionarsi con gli altri in modo consapevole e rispettoso. Questi apprendimenti, spesso non intenzionali e quindi inconsapevoli, hanno degli effetti durevoli nel tempo e sono fondamentali nel processo di crescita e sviluppo dei singoli e della società tutta. La scuola è dunque il luogo per eccellenza per la formazione di competenze utili e necessarie per vivere da protagonisti nelle società democratiche, multiculturali e globali odierne.

Le competenze democratiche e di cittadinanza

Ma quali sono le competenze democratiche e di cittadinanza che possiamo apprendere a scuola? Rispondere a questa domanda non è facile, perché i modelli di competenza variano da nazione a nazione in base alle caratteristiche del contesto culturale di riferimento (anche il sistema educativo ticinese si è dotato di un proprio modello). I modelli a disposizione sono dunque molti e differiscono anche in base all’età del discente. Ma tra tutti ve n’è uno che ha il pregio di riuscire a sintetizzare i paradigmi elaborati in più nazioni, di essere valido per tutte le età e di fungere da riferimento anche per l’apprendimento al di fuori del contesto scolastico.

Si tratta del "Modello di competenze per una cultura" sviluppato dal Consiglio d’Europa nel 2016. Esso si articola in venti competenze chiave suddivise in quattro aree: i valori, gli atteggiamenti (la cosiddetta mentalità), le abilità (sapere fare, sapere applicare ciò che si sa), le conoscenze e la comprensione critica (ciò che si sa e si conosce). Secondo questo modello le competenze in materia di cittadinanza si fondano sulla conoscenza delle istituzioni e del loro funzionamento, dei processi storici, sociali e politici alla loro base, dei fenomeni che rivestono importanza per il presente e il futuro del pianeta (vedi ad esempio il rispetto dei diritti umani, i cambiamenti climatici e quelli demografici). Su queste conoscenze si innestano la capacità di confrontarsi, impegnarsi e collaborare con gli altri per conseguire un interesse comune o pubblico, e tutte quelle caratteristiche personali che contribuiscono al pensiero critico e analitico e allo sviluppo di una cultura democratica.

Educare alla civica, alla democrazia e alla cittadinanza: una priorità…

Negli ultimi due decenni l’educazione alla civica, alla cittadinanza e alla democrazia (ECCD) è stata messa ai primi posti delle politiche educative di molte nazioni. Le conoscenze tratte da inchieste internazionali sul tema (tra tutte il Civic Education Study del 1999 e l’International Civics and Citizenship Education Study del 2009 e 2016) hanno consentito di trarre importanti informazioni per la (ri-)definizione delle politiche e delle pratiche educative in materia di cittadinanza. Oggigiorno l’ECCD è stata integrata in molti sistemi educativi in tutto il mondo e tutti, dalla politica alla comunità scolastica fino a quella accademica, convergono sulla sua importanza.

… e una sfida

La strada da fare è però ancora tanta. L’ECCD è un’area (inter-)disciplinare recente, che necessita di un contesto e di spazi adeguati per essere implementata e sperimentata, e di tempo ed evidenze scientifiche per guadagnare in efficacia. Il modello di competenze europeo costituisce uno strumento ad alto potenziale educativo dal quale partire e farsi ispirare, poiché facilmente adattabile alle specificità del contesto locale e declinabile in azioni di formazione, pratiche e attività multidisciplinari dentro e fuori dall’aula scolastica.

L’ECCD nella scuola media ticinese

Tra lezioni in classe, simulazioni e
giornate progetto

Di Daniele Bollini, docente ed esperto di didattica della storia e dell’ECCD al DFA-SUPSI e nella scuola dell’obbligo

L’ECCD, inclusa nei programmi della scuola media ticinese dalla sua istituzione nel 1974, è stata ricodificata come insegnamento a sé stante dopo la votazione popolare del 24 settembre 2017 e gradualmente implementata dall’anno scolastico 2018/19. Le attuali classi quarte saranno le prime ad aver completato il quadriennio di scuola media nel nuovo contesto organizzativo.

Secondo il Piano di Studio attualmente in vigore, l’ECCD si articola in tre ambiti comprendenti la civica come studio delle istituzioni a vari livelli, da quello comunale a quello internazionale; l’educazione alla cittadinanza in senso lato, legata all’esplorazione dei valori e concetti sottesi alle odierne democrazie (diritti e doveri, uguaglianza, responsabilità, solidarietà e stato sociale); l’educazione alla democrazia basata su simulazioni e giochi di ruolo o sull’istituzione di consessi consultivi quali il Consiglio degli allievi, eletto con varie modalità.

L’insegnamento prevede che i docenti di Storia ed ECCD, le Direzioni e i Collegi organizzino sull’arco del quadriennio delle giornate progetto atte a rendere viva ed esperienziale la materia studiata, in modo da attivare non solo le necessarie conoscenze, ma anche una serie di abilità e atteggiamenti miranti a una cittadinanza attiva e responsabile.

Questi itinerari didattici a blocchi, apprezzati da studenti e docenti, includono attività ludiche accompagnate da riflessioni sull’importanza di regole co-costruite e condivise, esplorazioni simulate della democrazia ateniese o romano-repubblicana con confronti con la democrazia semidiretta elvetica, visite ai luoghi del potere istituzionale, simulazioni di percorsi decisionali quali l’iniziativa popolare, riflessioni sulle modalità di propaganda e manipolazione della cittadinanza chiamata a decidere, nonché sulla crisi delle democrazie contemporanee.

In collaborazione con il Dipartimento formazione e apprendimento (DFA)

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE