laR+ IL COMMENTO

Il gioco delle differenze: la Lega che non ti aspetti

Nullaosta alla sperimentazione alle Medie in cambio di sostegno rossoverde all’uscente Zali? Il teorema ‘Andreotti’ sembra non passare mai di moda

In sintesi:
  • A febbraio il parlamento ha accolto la proposta del Decs per il superamento dei livelli alle Medie
  • Nei corridoi delle Orsoline girano voci di un presunto patto dietro le quinte
  • Bertoli porta a casa in extremis una sperimentazione un po’ sfilacciata
Simili, ma non identiche
(Ti-Press)
2 marzo 2023
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Tra cruciverba e sudoku, nelle riviste di enigmistica, c’è di solito una qualche pagina dedicata al gioco delle differenze: due immagini in apparenza uguali a confronto, in cui il compito del lettore diventa quello di trovare quei singoli elementi distintivi di ognuna. Quanto un tale esercizio sia funzionale a un’analisi politica è tutto da dimostrare. Ma un tentativo può essere fatto. Giochiamo.

La prima immagine risale al 26 gennaio 2022. Il Gran Consiglio, dopo un lungo e acceso dibattito, boccia con 42 voti contrari, 40 favorevoli e 2 astenuti il progetto di sperimentazione promosso dal Decs per il superamento dei livelli alle Medie. Ad affossare tale proposta ci pensa una maggioranza composta da Plr, Lega, Udc e Mps. Il progetto presentato dal Dipartimento sarebbe stato adottato in tutte le sedi scolastiche, ma soltanto nelle classi terze; lo strumento principale per sostituire i livelli sarebbero stati i laboratori a classi dimezzate. Niente da fare: il credito di 390mila franchi viene respinto e i livelli rimangono lì dove sono.

La seconda immagine è più recente. Simile alla prima, ma non identica. Siamo al 14 febbraio di quest’anno. Sempre nell’aula del Gran Consiglio si discute sul superamento dei livelli. Le prime differenze balzano subito all’occhio: la proposta portata in aula include sia la terza, sia la quarta media. Non è più il progetto "dei direttori", ora sono stati coinvolti altri attori del mondo della scuola. I tre anni previsti per la sperimentazione non riguardano tutte le Medie, ma soltanto sei sedi "volontarie" che potranno testare tre modelli diversi di codocenza. Ma soprattutto è l’esito a essere diverso: il parlamento accoglie la proposta con 53 voti a favore, 26 contrari e 4 astenuti. Cambiano dunque i numeri. E di conseguenza cambia anche la composizione di maggioranza e minoranza, con una differenza sostanziale che va a chiudere il gioco: a trovarsi dall’altra sponda è il gruppo parlamentare della Lega.

Per quale motivo i deputati del movimento di via Monte Boglia hanno deciso di sostenere la proposta del Decs? Benché ‘il Mattino’ si sia platealmente dissociato, la domanda resta nell’aria. Nei corridoi delle Orsoline girano voci di un presunto patto dietro le quinte: nullaosta leghista alla sperimentazione in cambio di sostegno rossoverde alla candidatura dell’uscente Claudio Zali (candidatura che tra l’altro, stando al primo sondaggio della Rsi, appare piuttosto blindata). Fantapolitica? Chissà... Anche se il teorema ‘Andreotti’ sembra non passare mai di moda.

Fatto sta che Manuele Bertoli si appresta a lasciare il governo dopo 12 anni in cui, in più occasioni, ha provato a spingere la scuola verso un cambio di paradigma. Incapace di tessere solide alleanze, sia in parlamento, sia all’interno della scuola; con ricorrenti problemi comunicativi tra i vertici del Dipartimento e la base (problemi che purtroppo sono stati messi in evidenza di recente anche dal caso dell’ex direttore delle Medie di Lugano); ma pure succube di un pesante immobilismo politico e scolastico, Bertoli porta a casa in extremis una sperimentazione un po’ sfilacciata, poca cosa soprattutto nei confronti del naufragato progetto ‘La scuola che verrà’ sepolto dal voto popolare nel 2018.

Un cambio di colori partitici alla testa del Decs riuscirebbe a dare slancio a una profonda e indispensabile riforma? Se ciò succederà e con quali risultati, lo scopriremo a partire dal 3 aprile.

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