Luganese

Atti sessuali con minori, restano zone d’ombra

Ex direttore condannato, la presidente del Comitato dell’assemblea dei genitori: ‘Perché quei campanelli d’allarme non sono stati ascoltati?’

L’inchiesta amministrativa dovrà chiarire come mai le segnalazioni non siano ‘passate’ a chi di dovere
(Depositphotos)
16 febbraio 2023
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La vicenda è chiusa dal profilo penale, resta tuttavia aperta l’inchiesta amministrativa che dovrà chiarire alcuni aspetti. In particolare, per quali motivi non siano mai giunte a destinazione le segnalazioni effettuate da alcuni genitori sui presunti comportamenti anomali e inappropriati dell’ex direttore della scuola media del Luganese condannato stamattina. Al Comitato dell’assemblea dei genitori della sede preme capire quello che non ha funzionato, come mai si sia inceppato il meccanismo di comunicazione.

Quella chat in uso da anni

Secondo una mamma di un allievo che frequenta la sede, al di là della condanna, sulla vicenda pesano delle zone d’ombra. «Reputo giusta l’interdizione a vita dall’esercizio di qualsiasi attività che implichi un contatto regolare con minorenni, ma la sentenza mi è parsa mite rispetto alla gravità degli atti commessi dall’ex direttore». La mamma sostiene che le chat controverse erano state attivate dal docente per comunicare direttamente con gli allievi già da diversi anni. Allo stesso modo, continua la nostra interlocutrice, «da alcuni anni, circolavano voci e la direzione della scuola era informata delle chat, da parte di genitori, che il docente assumeva comportamenti inappropriati con gli allievi. Probabilmente, queste comunicazioni sono rimaste all’interno dell’istituto. Penso che chi aveva la conduzione della scuola avrebbe dovuto essere sanzionato perché è responsabile, perlomeno moralmente, di quanto capitato».

‘Gravissimo quanto capitato’

Rossella D’Elia, presidente del Comitato dell’assemblea genitori della sede scolastica, reputa «gravissimo quanto capitato: l’ex direttore si è comportato in maniera sbagliatissima». Fatta questa premessa, la presidente del Comitato genitori attende l’esito dell’inchiesta amministrativa, «per capire come mai le segnalazioni non siano state recepite e non siano arrivate a chi di dovere. A maggior ragione, visto che ci sono stati dei segnali anche negli anni scorsi». Al gruppo che rappresenta i genitori interessa «comprendere perché i campanelli di allarme sono rimasti inascoltati», osserva Rossella D’Elia.

‘Dettagli da evitare, a tutela dei minori’

La presidente, a nome del Comitato e in quanto mamma, stigmatizza «la dovizia di particolari sulla relazione tra l’ex direttore e l’allieva, pubblicati da alcuni media. Dovizia di particolari fuori luogo che si sarebbe potuto e dovuto evitare». Il caso riguarda infatti anche dei minorenni e la presidente del Comitato mette in evidenza che «tutti gli alunni di questa scuola sono minori e, potenzialmente, possono essere dei fruitori dei media. Francamente, trovo tanto di cattivo gusto quanto inutile, riportare con minuzia di particolari gli atti, i modi e i luoghi. Nel riferire sui media di questo caso, a tutela dei minorenni, sarebbe stato meglio pensare anche agli allievi che frequentano la sede ed hanno dagli 11 ai 15 anni circa ed hanno conosciuto questo docente. Nonché alla famiglia, ai figli, anch’essi minorenni ed esposti anche a questo. È davvero necessario che leggano e che sappiano tutti i particolari della relazione tra il docente e la minorenne?».

Un danno alle istituzioni

In aula penale, l’ex direttore ha riconosciuto che il suo comportamento ha recato un danno anche alle istituzioni, in particolare alla scuola. Dal canto suo, il direttore del Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs) Manuele Bertoli, interpellato dalla Regione, non vuole rilasciare dichiarazioni in merito fino al termine dell’inchiesta amministrativa.

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