In vista del voto

Crisi climatica e aspettativa di vita

11 ottobre 2019
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Ben ha fatto il Direttor Caratti nel suo commento (8 ottobre 2019) a sollevare, riferendosi ad una sua domanda durante il dibattito tra i candidati agli Stati, il tema di un eventuale blocco totale dei Tir alla frontiera, se le condizioni ambientali lo richiedessero. Nell’articolo egli sottolinea giustamente che siamo ben lungi dall’aver raggiunto la riduzione massiccia dei transiti di automezzi pesanti che c’eravamo impegnati a realizzare. Su questo tema vale la pena di ricordare che l’accordo sui dazi di transito pattuito con l’Ue dovette essere ridotto ai minimi termini (altrimenti i dazi per i Tir sarebbero stati ben più alti) soprattutto per gli interventi a Bruxelles dei capi della lobby degli autotrasportatori svizzeri (tutti Udc) che naturalmente volevano una soluzione al ribasso, ciò che aveva e di molto indebolito la posizione del Consiglio Federale nelle trattative… E oggi ne paghiamo le spese.

Ma torniamo ai problemi di salute legati al surriscaldamento climatico.
Si moltiplicano oramai le pubblicazioni scientifiche che indicano come ciò porterà ed in parte già sta portando ad un notevole peggioramento delle nostre condizioni di salute ed addirittura anche ad una riduzione dell’aspettativa di vita. Molto completa in particolare è la documentazione pubblicata in quella che è la più rispettata rivista medica a livello mondiale, il ‘Lancet’, nella sua edizione dell’8 dicembre 2018, dove riferiva delle conclusioni di un enorme studio condotto da 27 famose istituzioni accademiche in collaborazione con varie agenzie internazionali. Questa impressionante documentazione, disponibile anche online (http://dx.doi.org/10.1016/S0140-6736(18)32594-7) conclude in modo drastico dicendo che gli attuali cambiamenti climatici rappresentano “un inaccettabile e molto rilevante rischio di peggioramento delle attuali, ma soprattutto delle future condizioni di salute di tutte le popolazioni in ogni parte del mondo”. E alcune di queste previsioni si stanno già realizzando. È oramai da due-tre anni che le aspettative di vita non crescono più nei paesi dell’Europa occidentale e la maggior parte delle valutazioni indicano il peggioramento delle condizioni sociali (precariato, disoccupazione, crescente povertà eccetera) e gli effetti della crisi climatica come le cause principali di questo fenomeno assolutamente nuovo, in quanto dalla fine della seconda guerra mondiale l’aspettativa di vita era sempre andata crescendo in questi paesi. È quindi più che comprensibile che la nostra gioventù si stia mobilitando alla grande per richiedere un profondo cambiamento della società, in modo almeno da limitare i danni del surriscaldamento climatico, di cui siamo i primi responsabili. C’è solo da sperare che chi è in grado di decidere non rimanga sordo a questo accorato appello.

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