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Produzione giù, prezzi su: è un 2023 vitivinicolo difficile

A livello mondiale, le superfici vitate si estendevano su un'area di 7,2 milioni di ettari. Lo 0,5% in meno rispetto all'anno precedente

Aspettando la prossima vendemmia...
(Ti-Press)
28 aprile 2024
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Stando all'Organizzazione internazionale della vigna e del vino, il 2023 è stato un anno difficile per il settore vitivinicolo globale, con volumi di produzione in discesa e prezzi in aumento.

Inoltre, sottolinea l'ultimo rapporto statistico, la superficie vitata mondiale ha continuato il suo declino, riducendosi dello 0,5% rispetto al 2022 fino a quota 7,2 milioni di ettari.

Questa tendenza, osservata per il terzo anno consecutivo sia per l'uva da vino che per l'uva da tavola, è stata determinata dalla estirpazione dei vigneti nelle principali regioni viticole (e su tutti i tipi di uva) in entrambi gli emisferi. Inoltre la superficie vitata della Cina, in crescita dal 2012 al 2020, si è stabilizzata dal 2020 in poi.

Rimanendo nel Vecchio Continente, il panorama vitivinicolo dell'Unione europea ha assistito a un calo complessivo dello 0,8% nel 2023, pari a 3,3 milioni di ettari. Le modeste espansioni registrate in Italia, Germania e Grecia non hanno compensato il livello di rimozione dei vigneti osservato in altri Paesi dell'Unione europea.

Si restringe il vigneto più grande del mondo, la Spagna che conta 945mila ettari nel 2023, in calo dell'1,0% rispetto al 2022. Allo stesso modo, la Francia, seconda per superficie vitata, ha registrato una diminuzione dello 0,4%, fissandosi a 792mila ettari. L'Italia invece continua a essere in tendenza positiva dal 2016, con 720mila ettari. Romania (187mila) e il Portogallo (182mila), sono al quarto e quinto posto per ampiezza vitata.

Al di fuori dell'Unione europea, la Moldavia ha mantenuto la sua posizione di vigneto più grande dell'Europa orientale con 117mila ettari, mentre la Russia ha dichiarato una superficie di 105mila ettari.

A portare grigiore sui dati 2023, le condizioni climatiche estreme e le diffuse malattie fungine che hanno gravemente colpito molti vigneti in tutto il mondo, culminando in un livello storicamente basso produzione di vino pari a 237 milioni di ettolitri.

Ciò ha segnato un calo che sfiora il 10% rispetto al 2022 e ha rappresentato – evidenziano i dati dell'Organizzazione internazionale della vigna e del vino – la produzione più bassa dal 1961. La Francia, primo produttore mondiale di vino nel 2023, ha raggiunto un volume stimato di 48 milioni di ettolitri, pari al 20% del totale mondiale.

L'Italia è la seconda nazione produttrice di vino a livello globale, col 2023 che registra un notevole calo del 23,2%, per un totale di 38,3 milioni di ettolitri. Si tratta per il Belpaese, segnala l'analisi dell'Organizzazione internazionale della vigna e del vino, della produzione enoica più piccola dal 1950. A testimonianza dei danni attribuiti a forti piogge che favoriscono la peronospora nelle zone centrali e regioni meridionali della Penisola, insieme ai danni provocati da alluvioni e grandine. Mentre il consumo globale di vino, si legge nel database dell'Organizzazione internazionale della vigna e del vino, nel 2023 è stimato in 221 milioni di ettolitri, indice di una diminuzione del 2,6% rispetto ai dati già bassi del 2022.

All'interno dell'Unione europea, la Francia mantiene la sua posizione di primo Paese consumatore, con una stima di 24,4 milioni di ettolitri nel 2023 in calo del 2,4% rispetto al 2022. L'Italia, secondo mercato più grande dell'Unione europea e il terzo a livello globale, ha registrato un consumo di 21,8 milioni di ettolitri nel 2023, in calo del 2,5% rispetto all'anno precedente e del 5,8% rispetto alla sua media quinquennale. Segue la Germania, che ha registrato un volume di consumo di 19,1 milioni di ettolitri nel 2023, in modesto calo dell'1,6% rispetto al 2022.