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‘No all’aborto. La maternità surrogata? Da proibire ovunque’

La dichiarazione Dignitas Infinita: rispetto per i gay, ma la teoria gender è pericolosissima

Suore in Vaticano
(Keystone)

Più che la proclamazione di aggiornamenti in campo dottrinale, è un compendio sistematico, una sorta di ‘summa’, del magistero papale sulla dignità umana. La dichiarazione Dignitas Infinita, pubblicata oggi dal Dicastero per la Dottrina della fede, oltre a definire la centralità e l'inviolabilità della dignità di ogni essere umano "al di là di ogni circostanza", espone una serie di esempi delle "gravi violazioni" che se ne fanno. E questo perché, ha detto il cardinale prefetto Victor Manuel Fernandez in conferenza stampa, "oggi il mondo ha bisogno di riscoprire l'implicazione immensa della dignità di ogni persona, e ne ha bisogno per non perdere la strada".

Cinque anni di lavoro

Cinque anni di lavoro è costato il denso documento, con una sollecitazione speciale da parte di papa Francesco a "evidenziare nel testo tematiche strettamente connesse al tema della dignità, come ad esempio il dramma della povertà, la situazione dei migranti, le violenze contro le donne, la tratta delle persone, la guerra ed altri". Si parla innanzitutto della "povertà estrema" e dello "scandalo disuguaglianze", "una delle più grandi ingiustizie del mondo contemporaneo". Poi c’è la guerra, che "è sempre una ‘sconfitta dell'umanità’", al punto che "oggi è molto difficile sostenere i criteri razionali maturati in altri secoli per parlare di una possibile ‘guerra giusta’".

Migranti e tratta delle persone

Si prosegue con il "travaglio dei migranti", che "vengono considerati non abbastanza degni di partecipare alla vita sociale come qualsiasi altro", pur essendo i loro diritti "inalienabili". Il documento si sofferma sulla "tratta delle persone", "attività ignobile, una vergogna per le nostre società che si dicono civilizzate", che oggi assume "dimensioni tragiche". E si invita a lottare contro fenomeni quali "commercio di organi e tessuti umani, sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, compresa la prostituzione, traffico di droghe e di armi, terrorismo e crimine internazionale organizzato".


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Una manifestante anti-aborto in Wisconsin

Gli abusi sessuali

Si cita quindi "l'abuso sessuale", che lascia "profonde cicatrici nel cuore di chi lo subisce": sofferenze "che possono durare tutta la vita e a cui nessun pentimento può porre rimedio". Si prosegue con la discriminazione e le violenze sulle donne, tra cui "la costrizione all'aborto, che colpisce sia la madre che il figlio, così spesso per soddisfare l'egoismo dei maschi". Netta l'esecrazione del "femminicidio".

No al bambino come oggetto

Altrettanto netta la condanna dell'aborto: "Particolarmente grave e deprecabile", mentre la "difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano". Forte anche il no alla maternità surrogata, con il bambino che diventa "un mero oggetto": una pratica "deprecabile", "che lede gravemente la dignità della donna e del figlio... fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre", e che la comunità internazionale deve "proibire a livello universale". Nell'elenco rientrano eutanasia e suicidio assistito, arbitrariamente definiti da alcune leggi "morte degna", ricordando che la "sofferenza non fa perdere al malato quella dignità che gli è propria in modo intrinseco e inalienabile". Si parla quindi dell'importanza delle cure palliative e di evitare "ogni accanimento terapeutico o intervento sproporzionato", ribadendo che "la vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata". Tra le gravi violazioni della dignità umana anche lo "scarto" delle persone disabili.

Omosessualità

Dopo aver ribadito che verso gli omosessuali va evitato "ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza", il documento boccia la teoria del gender, "pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali".


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Cartelli pro-aborto a Washington

Si ricorda che la vita umana "è un dono di Dio, che va accolto con gratitudine", laddove "voler disporre di sé, così come prescrive la teoria del gender... non significa altro che cedere all'antichissima tentazione dell'essere umano che si fa Dio". Sono insomma "da respingere tutti quei tentativi che oscurano il riferimento all'ineliminabile differenza sessuale fra uomo e donna", fonte di nuova vita. Negativo anche il giudizio sul cambio di sesso, anche se ciò "non significa escludere la possibilità che una persona affetta da anomalie dei genitali possa scegliere di ricevere assistenza medica" al fine di risolverle. L'elenco si completa con la "violenza digitale", stigmatizzando le "nuove forme di violenza che si diffondono attraverso i social media, ad esempio il cyberbullismo" e la "diffusione della pornografia e di sfruttamento delle persone a scopo sessuale o tramite il gioco d'azzardo" sul web.

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