la guerra in ucraina

‘Fu un fedelissimo di Putin a pianificare la morte di Prigozhin'

Il Wall Street Journal ha individuato come responsabile Nikolai Patrushev

Una bandiera di Wagner per omaggiare Prigozhin
(Keystone)
22 dicembre 2023
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Il Wall Street Journal punta il dito contro uno dei più fedeli alleati di Vladimir Putin: il segretario del Consiglio di Sicurezza russo Nikolai Patrushev. Secondo le fonti di intelligence citate dal giornale americano, ci sarebbe proprio il braccio destro dello zar dietro il disastro aereo che lo scorso 23 agosto uccise il capo dei mercenari della famigerata compagnia Wagner, Yevgeny Prigozhin, e tutti i suoi luogotenenti, nonché tre membri dell'equipaggio del piccolo Embraer in volo da Mosca a San Pietroburgo. Dieci persone in tutto.

Mosca nega tutto

Il Cremlino ha sempre negato di essere coinvolto e oggi il portavoce di Putin ha liquidato sbrigativamente le accuse affermando che "purtroppo al Wall Street Journal piace produrre storie pulp". Ma i sospetti di esperti e analisti continuano irrimediabilmente a concentrarsi sul governo russo. E già dopo l'ammutinamento dei suoi mercenari e la ‘marcia su Mosca’, poi interrotta, erano in tanti a ritenere che Prigozhin fosse in pericolo di vita. Il quotidiano americano scrive che, secondo un ex ufficiale dei servizi russi, a inizio agosto Patrushev ordinò a un suo assistente di "procedere all'organizzazione di un'operazione per eliminare Prigozhin". "A Putin furono successivamente mostrati i piani" e il presidente russo "non si oppose", aggiunge il giornale, citando stavolta delle "agenzie di intelligence occidentali".

La dinamica dell’incidente

Ma il Wall Street Journal avanza anche un'ipotesi sulla dinamica del disastro aereo: stando alle fonti nei servizi di sicurezza occidentali, qualcuno piazzò "una piccola bomba" sotto una delle ali del jet privato di Prigozhin. "L'aereo decollò dopo le 5 del pomeriggio e raggiunse un'altezza di 28.000 piedi. Ma dopo poco più di mezz'ora il velivolo perse improvvisamente quota e si schiantò vicino al villaggio di Kuzhenkino", ricostruisce la testata, sottolineando che "i video dei testimoni mostrano un aereo che precipita con un'ala staccata".


Keystone
Nikolai Patrushev

Yevgeny Prigozhin era soprannominato ‘lo chef di Putin’ per la sua vicinanza al leader del Cremlino e per aver fatto fortuna nel settore della ristorazione (vincendo appalti su appalti per le mense di scuole e caserme). Ma negli ultimi tempi i rapporti con Mosca si erano fatti tesi e lui si era più volte scagliato contro i vertici militari russi accusandoli degli insuccessi in Ucraina e di non fornire munizioni alla sua compagnia Wagner, i cui mercenari sono accusati di crimini e atrocità.

Il falco inascoltato

Secondo le fonti del Wsj, Patrushev consigliò a Putin di stare in guardia. Il falco del Cremlino conosce da tempo il presidente russo, negli anni '70 probabilmente erano infatti entrambi agenti del Kgb a Leningrado, ora San Pietroburgo. Patrushev ha sostituito Putin come capo dell'intelligence russa nel 1999 e nove anni dopo è stato nominato segretario del Consiglio di Sicurezza russo.

Il più ascoltato tra gli alleati di Putin sarebbe però rimasto inizialmente inascoltato perché il presidente riteneva che la Wagner stesse ottenendo successi nell'aggressione contro l'Ucraina. Stando all'ex ufficiale dell'intelligence russa interpellato dal Wall Street Journal, le cose sarebbero cominciate a cambiare nell'ottobre del 2022, dopo una presunta telefonata in cui Prigozhin si sarebbe lamentato "sgarbatamente" con Putin della "mancanza di rifornimenti". Nei mesi successivi, il governo russo cercò di subordinare la Wagner al ministero della Difesa e a fine giugno scattò la ribellione dei mercenari di Prigozhin. Esattamente due mesi dopo, l'ex signore della guerra moriva nel disastro aereo. Il conflitto in Ucraina intanto prosegue in tutta la sua violenza e oggi - stando a quanto riferito in un briefing da alcuni alti funzionari Usa - il presidente americano Biden ha firmato un ordine esecutivo per imporre nuove sanzioni a società finanziarie e banche accusate di aver aiutato la Russia ad avere le risorse necessarie per la sua industria bellica.

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