Estero

Dopo la rivolta della Wagner, epurazioni fra i generali russi

Lo rivela il Wall Street Journal. Molti alti ufficiali dell'esercito di Mosca sarebbero stati sollevati dall'incarico e 13 arrestati e interrogati

(Keystone)
13 luglio 2023
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La rivolta dei mercenari della Wagner avrebbe stravolto radicalmente le alte gerarchie dell'esercito russo. A sostenerlo sono alcune fonti ben informate citate dal Wall Street Journal secondo cui il Cremlino avrebbe subito preso di mira diversi alti ufficiali già nelle prime ore dell'ammutinamento.

Ben 15 comandanti sarebbero stati sospesi o sollevati dall'incarico e 13 sarebbero stati arrestati per essere interrogati (alcuni sarebbero stati poi rilasciati).

Stando alle fonti interpellate dal giornale americano, tra i generali arrestati ci sarebbe anche Sergey Surovikin: l'ex comandante delle forze russe in Ucraina non si vede in pubblico proprio dal giorno della ribellione – quando apparve in un video esortando i ribelli a tornare sui loro passi – e, secondo il Wall Street Journal, sarebbe "trattenuto e interrogato a Mosca" ma non sarebbe accusato di nessun reato.

I miliziani che marciavano su Mosca puntavano a ribaltare i vertici delle forze armate russe: i bersagli principali erano probabilmente il ministro della Difesa Shoigu e il capo di Stato maggiore Gerasimov. E a confermare divisioni e malcontento all'interno degli alti ranghi militari di Mosca potrebbe ora essere un audio pubblicato su internet.

"L'esercito ucraino non è riuscito a sfondare le nostre linee al fronte, ma il nostro alto comandante ci ha colpiti alle spalle, decapitando l'esercito in modo vile e a tradimento nel momento più difficile e intenso". A pronunciare queste parole sarebbe stato uno degli ufficiali più alti in grado delle forze armate del Cremlino: il generale Ivan Popov, nome di battaglia ‘Spartacus’.

Il presunto Popov racconta di essere stato sollevato dall'incarico di comandante della 58esima armata dopo aver denunciato ai vertici dell'esercito russo la difficile situazione al fronte, il tragico numero di caduti e un appoggio dell'artiglieria a suo dire insufficiente.

Questo almeno stando alla registrazione vocale pubblicata ieri sera dal deputato (ed ex generale) russo Andrey Gurulyov: un file audio che ha sollevato subito aspre polemiche e accese discussioni e che se dovesse rivelarsi autentico – cosa al momento non verificabile – potrebbe dare un'idea dell'aria pesante che pare si respiri adesso ai piani più alti delle forze armate di Mosca.

"Bisognava o tacere ed essere codardi o dire le cose come stanno", afferma la voce attribuita a Popov. "Non avevo il diritto di mentire in vostro nome, in nome dei miei compagni d'armi caduti, quindi ho esposto tutti i problemi che esistono".

Difficile dire a quando risalgano queste dichiarazioni, ma le accuse che il presunto Popov rivolge ai vertici militari sono più che chiare. "Gli alti capi apparentemente hanno percepito una sorta di pericolo da parte mia e hanno rapidamente escogitato un ordine del ministro della Difesa in un solo giorno e si sono sbarazzati di me", afferma il generale, dicendo in pratica che i suoi superiori lo hanno silurato col consenso del ministro Shoigu.

Intanto resta un mistero dove si trovi Surovikin. Da settimane i giornali ipotizzano che il comandante noto come ‘generale Armageddon’ e accusato di metodi brutali possa essere stato arrestato. E poco si sa anche del comandante dei mercenari ribelli, Yevgeny Prigozhin, al quale Surovikin era considerato abbastanza vicino.

Secondo una delle fonti del Wall Street Journal, Surovikin "sapeva dei piani per l'insurrezione", ma "non era coinvolto nell'ammutinamento del 24 giugno". Il generale "non è stato rinchiuso in un centro di detenzione, ma sottoposto a ripetuti interrogatori mentre gli investigatori sondavano quale ruolo potesse aver avuto nella rivolta, sempre che ne abbia avuto uno", dicono le fonti del giornale americano.

Secondo loro, "gli sforzi del Cremlino per allontanare gli ufficiali sospettati di infedeltà" sarebbero "più ampi di quanto pubblicamente noto". Stando al Wall Street Journal infatti anche il generale Andrey Yudin e il vicecapo dell'intelligence militare Vladimir Alexeyev sarebbero stati "arrestati" e "successivamente rilasciati", però sarebbero stati "sospesi dal servizio" e sarebbero ora "sotto osservazione".

Sarebbe stato fermato anche il generale Mikhail Mizintsev, che pare si sia unito ai mercenari della Wagner la scorsa primavera ed è soprannominato il ‘macellaio di Mariupol’ per il tremendo assedio della città sul Mare di Azov.

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