Estero

Spari sulla folla in Iran a un anno dal ‘Venerdì di sangue’

La popolazione scende in strada per ricordare il massacro del 30 settembre 2022. E scatta la repressione: una ventina i feriti

(Keystone/Archivio)
29 settembre 2023
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Un anno fa a Zhedan, nell'Iran sudorientale, morirono 96 persone nei duri scontri che si ricordano come il "Venerdì di sangue", quando il regime represse duramente una delle prime manifestazioni seguite alla morte della giovane Mahsa Amini. Nella stessa città, nella provincia del Sistan e Baluchistan, la furia delle autorità è tornata a scagliarsi contro la folla radunatasi proprio per ricordare quel massacro del 30 settembre 2022, aprendo il fuoco e ferendo diverse persone. Ne riferisce il resoconto del portale dei dissidenti all'estero "Iran International", che rilancia alcuni dei video girati dai dimostranti e postati sui social prima che Internet smettesse di funzionare.

Nei filmati si vedono persone fuggire e si sentono rumori di spari, nel mezzo della manifestazione che i residenti avevano organizzato dopo la preghiera del venerdì, come hanno fatto ogni venerdì da quel 30 settembre di un anno fa.

Per ricordare quel massacro - e soprattutto per far sì che non venga dimenticato - la popolazione locale, che è per la gran parte sunnita, si è radunata in strada dopo il sermone nella moschea Makki di Zahedan, in cui è stata tra l'altro denunciata l'inazione del regime nei confronti di coloro che avevano innescato e perpetrato le violenze del "Venerdì di sangue".

La presenza massiccia delle forze di sicurezza non ha scoraggiato i fedeli, accorsi numerosi per partecipare alla preghiera prima e per manifestare dopo scandendo slogan e brandendo striscioni e scritte. I video pubblicati mostrano le forze di sicurezza che tentano di disperdere i manifestanti, ferendo diverse persone. Anche in altre città della provincia, come Khash, Rask e Taftan, a decine sono scesi in strada contro il regime. Alcune riprese video di Zahedan e Khash mostrano le forze di sicurezza ritirarsi, mentre i manifestanti avanzano verso di loro.

Secondo il gruppo Haalvsh, che monitora temi riguardanti in particolare l'etnia dei Baluchi, negli scontri sono rimaste ferite almeno 23 persone, tra cui quattro bambini.

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