Alluvioni e incendi, nel primo semestre di quest'anno, hanno causato nel mondo una perdita economica pari a 120 miliardi di dollari
Le catastrofi naturali nel primo semestre 2023 hanno provocato danni per 120 miliardi di dollari (106 miliardi di franchi al cambio attuale), di cui 50 miliardi coperti dalle assicurazioni: lo indica la società di riassicurazione elvetica Swiss Re in un suo rapporto periodico sul tema.
I due dati non si discostano molto da quelli dell'anno scorso (rispettivamente -3% e +2%), ma si rivelano sensibilmente superiori alla media decennale, che è rispettivamente di 82 e 32 miliardi: gli scarti sono in questo caso del +46% e del +54%. A pesare in modo particolarmente forte sono state le tempeste che hanno interessato gli Stati Uniti, le quali hanno provocato il 68% dei danni economici registrati.
Ma l'analisi fa riferimento anche alle forti piogge che hanno colpito l'Emilia-Romagna a metà maggio: ne sono scaturite vaste inondazioni e perdite assicurate per oltre 600 milioni di dollari, l'evento meteorologico più costoso in Italia dal 1970. Le perdite economiche stimate sono peraltro assai superiori, pari a 10 miliardi di dollari. "Con il 94% dei danni non assicurati, in Italia diventa evidente il ruolo importante dell'assicurazione come strumento per colmare il divario di protezione e aiutare le famiglie a rafforzare la propria resilienza finanziaria nei confronti delle catastrofi naturali", afferma Swiss Re.
Lo sguardo della compagnia assicurativa è però soprattutto globale. "I danni superiori alla media confermano una tendenza alla progressione annua del 5-7% dei sinistri assicurati, determinata dal riscaldamento del clima ma soprattutto dalla rapida crescita dei valori economici nei contesti urbanizzati", spiega Martin Bertogg, dirigente di Swiss Re, citato in un comunicato odierno. "I cicloni e le inondazioni che si sono verificati in Nuova Zelanda nel primo trimestre sono una testimonianza del rischio che corrono oggi i grandi centri urbani: confermano i modelli osservati nel 2021 con le inondazioni in Germania, nonché nel 2022 in Australia e Sudafrica".
Secondo Swiss Re gli effetti dei cambiamenti climatici sono evidenti in eventi meteorologici sempre più estremi. "Sono già visibili in alcuni pericoli come ondate di calore, siccità, inondazioni e precipitazioni estreme", afferma il capo economista del gruppo, Jérôme Jean Haegeli, a sua volta citato nella nota. Ci sono però anche altri fattori: "La pianificazione territoriale nelle aree costiere e fluviali più esposte e l'espansione urbana verso la natura selvaggia generano una combinazione difficilmente reversibile di esposizioni di valore elevato in ambienti a rischio maggiore". Secondo Haegeli è necessario adottare misure di protezione: "È giunto il momento di investire in un maggiore adattamento al clima".
Se ai disastri naturali (terremoti, cicloni, tempeste, inondazioni, incendi di boschi) si aggiungono quelli causati dall'uomo si arriva a un totale di danni di 125 miliardi (contro i 129 della prima parte del 2022, ma gli 89 della media degli ultimi dieci anni), di cui 54 miliardi (in confronto a rispettivamente 52 e 38) assicurati.