Estero

Catastrofi naturali mondiali, fattura da 280 miliardi di dollari

Il terremoto in Turchia e Siria e le inondazioni urbane su larga scala fanno salire il conto complessivo. Fattore clima sempre più determinante

In sintesi:
  • Se alle bizze della natura si aggiungono i danni causati all'essere umano, l'importo totale lievita a 291 miliardi di dollari
  • Per Swiss Re, malgrado l'assenza di una tempesta devastante come lo era stata I'uragano Ian nel 2022, le perdite globali sono state gravi
Macerie in Turchia
(Keystone)
31 marzo 2024
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Le catastrofi naturali nel 2023 hanno provocato danni per 280 miliardi di dollari (251 miliardi di franchi al cambio attuale), di cui 108 miliardi coperti dalle assicurazioni. I due dati sono sensibilmente superiori alla media decennale, che è rispettivamente di 223 e di 89 milioni. È quanto emerge dalle informazioni diffuse dalla società di riassicurazione elvetica Swiss Re nel suo studio Sigma.

Il devastante terremoto in Turchia e Siria, le tempeste e le inondazioni urbane su larga scala sono stati i principali eventi che hanno confermato il trend di crescita annuale del 5-7% dei danni assicurati da catastrofi naturali a livello globale dal 1994.

Se ai disastri naturali si aggiungono quelli causati dall'essere umano si arriva a un totale di 291 miliardi (contro i 295 del 2022, ma i 235 della media degli ultimi dieci anni), di cui 117 miliardi (in confronto a rispettivamente 141 e 91) assicurati.

"Anche in assenza di una tempesta storica come l'uragano Ian, che aveva colpito la Florida l'anno precedente, le perdite globali da catastrofi naturali nel 2023 sono state gravi", afferma Jean Haegeli, capo-economista di Swiss Re. "Questo conferma la tendenza trentennale dei danni, che è stata guidata dall'accumulo di beni in regioni vulnerabili ai disastri".

"In futuro dobbiamo però considerare un fattore in più: l'intensificazione dei rischi legati al clima", prosegue lo specialista. "Tempeste più violente e alluvioni più estese, alimentate dal riscaldamento del pianeta, contribuiranno in misura maggiore ai danni. Questo mostra quanto sia urgente intervenire, soprattutto se si tiene conto dell'inflazione strutturalmente più alta che ha fatto lievitare i costi post-catastrofe".

L'intero quadro globale è peraltro in evoluzione. "Con l'intensificarsi degli eventi meteorologici a causa dei cambiamenti climatici, la valutazione del rischio e i premi assicurativi devono tenere il passo con un panorama in rapido cambiamento", spiega Moses Ojeisekhoba, dirigente di Swiss Re. "In prospettiva, dobbiamo concentrarci sulla riduzione del potenziale di perdita. Il 2023 è stato l'anno più caldo mai registrato e l'inizio del 2024 sta seguendo l'esempio. Mantenere l'assicurazione sostenibile e accessibile richiede uno sforzo concertato da parte dell'industria privata, del settore pubblico e della società in generale, non solo per mitigare i rischi climatici, ma anche per adattarsi a un mondo di fenomeni atmosferici più intensi", conclude l'esperto.

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