Sono 4mila per persone che affronteranno la tre giorni verso la città teatro del genocidio di oltre 8mila musulmani bosniaci
Ha preso il via in Bosnia ed Erzegovina la Marcia della pace (in serbo-croato "Marš mira"), un cammino di tre giorni per ricordare i morti nel genocidio del luglio del 1995 a Srebrenica. All'epoca oltre 8mila ragazzi e uomini bosniacchi (ovvero musulmani bosniaci) furono trucidati dalle forze serbo bosniache guidate da Ratko Mladić.
La Marcia della memoria è diventata un evento annuale di grande importanza per i superstiti e i familiari delle vittime, nonché per tutta la Bosnia ed Erzegovina. Sin dalla sua prima edizione, tenutasi nel 2005, quando 300 persone si sono unite per ricordare le vittime della guerra, la Marcia è cresciuta in dimensioni e significato. Oltre a commemorare chi ha perso la vita, l'obiettivo della Marcia è quello di gridare a gran voce ‘mai più’ e di chiedere giustizia per i crimini di guerra commessi durante il conflitto degli anni ‘90. Infatti, riportando testualmente quanto scritto dagli organizzatori nel ’22: “Questo evento è anche una protesta, poiché mira ad animare e ad attirare tutti gli attori rilevanti, a livello locale e internazionale, affinché in tempi brevi si arrivi all'arresto e alla condanna dei responsabili dei crimini di guerra, per raggiungere quella giustizia che è precondizione per costruire una pace e una tolleranza veramente durature tra i popoli che compongono la Bosnia ed Erzegovina”.
La marcia ripercorre in senso contrario i 100 km fra quegli stessi boschi e sentieri che fecero migliaia di persone in fuga da Srebrenica per cercare di mettersi in salvo nella “zona protetta” di Tuzla. Ogni tappa è lunga tra i 25 ei 30 chilometri e attraversa varie località e comuni bosniaci. L'inizio è previsto, come ogni anno a Nezuk (comune di Sapna) e terminerà a Potočari, dove si trova il Memoriale dedicato alle vittime del genocidio.
L'evento, come detto, è molto sentito in Bosnia e non solo: tantissimi partecipanti infatti provengono anche da altre regioni e paesi della penisola balcanica, così come dal resto d'Europa, ma anche dagli Stati Uniti, dall'Australia e da nazioni del Medio Oriente. Stando alle stime fornite dagli organizzatori, quest’anno partecipano quasi 4000 persone.