La denuncia in un rapporto di Human Rights Watch: ‘Bimbi spariti’
Abusi sessuali, torture con aghi infilati sotto le unghie, elettroshock e pestaggi brutali. Si tratta di pratiche che le forze di sicurezza iraniane hanno utilizzato in molteplici occasioni contro minorenni arrestati durante le proteste di massa anti governative scoppiate a fine settembre in Iran in seguito alla morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda che ha perso la vita dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale a Teheran perché non portava il velo in modo corretto.
La denuncia arriva da un rapporto di Human Rights Watch (Hrw) che la stessa ong definisce "una litania di orrori", dove vengono documentati i casi di 11 minori sottoposti ad abusi di ogni genere tra il settembre del 2022 e il febbraio del 2023. La repressione delle dimostrazioni ha causato la morte di 537 persone, tra cui 68 minorenni, durante gli scontri di piazza in varie città dell'Iran ma è continuata anche all'interno delle prigioni o dei centri di detenzione, dove in tutto sono stati messi in custodia oltre 19mila manifestanti in pochi mesi.
Il rapporto di Hrw prova che le forze di sicurezza della Repubblica islamica hanno immobilizzato, bendato, abusato e torturato i bambini in carcere mentre nei mesi scorsi altre ong o inchieste giornalistiche avevano già documentato la violenza del regime degli ayatollah contro i dimostranti.
Un ragazzo di 17 anni è stato picchiato e stuprato in prigione, violenza sessuale che gli ha provocato un'emorragia anale, come ha dichiarato un membro della sua famiglia. Una studentessa delle scuole superiori ha raccontato invece di essere stata spinta contro un fornello a gas acceso mentre si trovava in custodia e di essere stata picchiata e frustata durante l'interrogatorio.
Un altro ragazzo ha dichiarato che le forze di sicurezza gli hanno infilato aghi sotto le unghie durante l'arresto mentre altri due giovani sono stati torturati perché rivelassero l'indirizzo dei loro familiari. Il trauma delle violenze subite ha portato un sedicenne a tentare per due volte il suicidio dopo essere stato picchiato, sottoposto a elettroshock e aggredito sessualmente mentre a una ragazza di 13 anni è stata rotta una costola durante un pestaggio. A lei, come anche agli altri minorenni torturati, non sono state fornite cure mediche dalle autorità mentre i familiari sono stati minacciati affinché tacessero sugli abusi.
In alcuni casi, i parenti delle ragazze e dei ragazzi imprigionati non sono stati nemmeno avvisati, talvolta per settimane, riguardo ai loro arresti pensando che i propri figli fossero scomparsi. Agli studenti rilasciati dalla detenzione è stato impedito di tornare a scuola mentre le autorità hanno tagliato l'assistenza sociale alle famiglie, costringendo i bambini a lavorare.
"I leader iraniani hanno sguinzagliato le loro brutali forze di sicurezza per aggredire sessualmente e torturare minorenni e non li hanno risparmiati da processi assurdamente ingiusti", ha dichiarato Tara Sepehri Far, ricercatrice sull'Iran di Human Rights Watch, denunciando che talvolta i giudici hanno impedito alle famiglie dei minori sotto accusa di assumere avvocati per difenderli, al di fuori di ogni garanzia legale.
Secondo un avvocato iraniano, 28 minori sono stati accusati di "inimicizia contro Dio" e "corruzione sulla terra", crimini che in Iran sono puniti con la pena di morte o con l'amputazione della mano destra e del piede sinistro, mentre la sentenza capitale è già stata eseguita per quattro manifestanti.
La "brutale repressione" da parte delle autorità iraniane nei confronti dei manifestanti è il motivo per cui ieri la Gran Bretagna e l'Unione europea hanno sanzionato le Guardie della Rivoluzione, accusando il corpo militare iraniano coinvolto negli scontri di piazza durante le manifestazioni di "violazione dei diritti umani". Oggi Teheran ha varato sanzioni contro individui ed entità britanniche ed europee in ritorsione per le misure adottate da Londra e Bruxelles.