Estero

Il nuovo governo di Israele sembra parecchio di destra

Netanyahu governerà con gli alleati ultraortodossi, risultati decisivi alle ultime elezioni. Il premier uscente Lapid: ‘Estremisti e pericolosi’

Netanyahu
(Keystone)
22 dicembre 2022
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Ad oltre un mese e mezzo dalle elezioni, a un soffio dalla scadenza del mandato, Benyamin Netanyahu ha messo insieme la coalizione di governo con la destra radicale. E subito si è acceso lo scontro: il premier uscente Yair Lapid ha definito quello di Netanyahu un governo "pericoloso, estremista ed irresponsabile che finirà male". Dopo averlo bollato come il più radicale "della storia di Israele" e descritto Netanyahu come "debole", Lapid ha chiesto agli israeliani di "stare in guardia".

A stretto giro di posta è arrivata la risposta di Bibi (come lo chiamano i suoi fan): "Lapid ha lasciato un Paese devastato, al collasso economico e politico, con l’Iran che corre verso il nucleare senza alcuna risposta, con una furia di omicidi e violenze". Fatto sta che l’esecutivo di Netanyahu – che dovrebbe giurare entro il 2 gennaio – può contare su 64 dei 120 seggi alla Knesset. Una maggioranza parlamentare ben più ampia di quella sofferta e risicata su cui si sono retti gli ultimi governi. Se il 37esimo governo di Israele è considerato il più a destra di tutta la storia del Paese, la ragione risiede nell’alleanza del Likud con i partiti religiosi (Shas e Torah Unita) e con quelli della destra radicale: Otzma Yehudit (Potenza ebraica) di Itamar Ben Gvir, Sionismo religioso di Bezalel Smotrich e Noam di Yoav Maoz.

Di scarsa rappresentanza parlamentare fino al voto dello scorso 1 novembre, queste tre formazioni – ritenute da molti razziste, teocratiche e omofobe – sono state invece premiate dal risultato delle urne. La loro agenda politica – almeno da quanto emerge dalle intese finora siglate con il Likud – appare avere un forte impatto sul programma del nuovo esecutivo. A partire dai tre provvedimenti di prossima approvazione alla Knesset. Il primo riguarda l’allargamento dei poteri del futuro ministro della Pubblica Sicurezza, il discusso Ben Gvir a cui sarà subordinato il capo della polizia. Il secondo concerne Smotrich al quale andrebbe il controllo della politica israeliana sulla Cisgiordania. Il terzo permette al leader religioso di Shas Aryeh Deri di diventare ministro dell’Interno e della Sanità nonostante sia stato condannato per reati fiscali. Inoltre c’è la dichiarata volontà di limitare i poteri della Corte Suprema consentendo alla maggioranza di governo di bypassarne le disposizioni. Altri punti riguardano il raddoppio dei fondi per le organizzazioni ortodosse, una legge che certifichi l’esenzione dalla leva per gli studenti delle scuole rabbiniche e la predominanza delle regole religiose.

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